Ospedale di Schiavonia, positivi medico e 2 infermieri del Pronto soccorso

Venerdì 16 Ottobre 2020 di Gabriele Pipia
Ospedale di Schiavonia, positivi medico e 2 infermieri del Pronto soccorso

PADOVA L'incubo si ripresenta lì dove tutto era iniziato. Un medico e due infermieri del pronto soccorso risultano positivi e subito scattano i tamponi di massa per 127 colleghi dello stesso reparto e della radiologia (tutti negativi). Succede all'ospedale di Schiavonia, già blindato nella notte del 21 febbraio dopo la morte del primo paziente italiano colpito da Covid. Adriano Trevisan era passato proprio per il pronto soccorso e per questo la direttrice Roberta Volpin si trovò barricata dentro il reparto a gestire una situazione nuova ed estremamente complessa. Ora il clima è decisamente più sereno perché i tre positivi sono asintomatici e l'attività prosegue regolarmente, ma gli ultimi tre giorni non sono stati affatto facili. 
IL PROTOCOLLO I tamponi positivi risalgono a martedì e immediatamente sono stati attivati tutti i protocolli per un pronto soccorso che conta 64 infermieri, 28 medici e 16 operatori sociosanitari. «È tutto sotto controllo, il pronto soccorso va avanti regolarmente con le proprie attività e per i pazienti non c'è alcun problema - assicura la dottoressa Volpin - Immediatamente è stato attivato il piano di sorveglianza sanitaria, che seguiamo con scrupolo fin da febbraio e che ci porta a fare tamponi continuamente ogni volta che il nostro personale entra a contatto con un positivo. Ci sono buone probabilità che il contagio sia avvenuto fuori dall'ambiente ospedaliero. I tre sono stati subito posti in isolamento e c'è stato un immediato raccordo con Dipartimento di Prevenzione e direzione medica. I contagi stanno aumentando - allarga le braccia la direttrice del pronto soccorso - e noi lavoriamo a pieno ritmo. All'ingresso c'è una divisione dei flussi dei pazienti, fin dalla tenda triage all'esterno. I pazienti che devono essere ricoverati e quelli che hanno sintomi di possibile Covid vengono sottoposti a tampone, si entra nei reparti solo con tampone molecolare negativo. Chi ha sintomi sospetti viene tenuto in un'area separata e sottoposto a due tipi di tampone. Purtroppo il virus può essere preso ovunque: basta andare a cena fuori o a fare la spesa». 
LA GIORNATA Ieri i nuovi casi di Covid in tutta la provincia sono stati 86 ed è stato registrato anche un decesso. Attualmente le persone positive sono 1.073 mentre quelle in isolamento 1.372 (di cui 366 contagiate). L'altro dato fondamentale per capire la situazione è quello relativo ai ricoveri. Ad oggi le persone in ospedale sono 41 e quelle in Terapia intensiva sono otto. I due principali focolai sembrano circoscritti (20 contagiati all'istituto superiore Einstein di Piove di Sacco, 33 all'azienda Centro Carni Company di Tombolo). Intanto sale a tre il numero di dipendenti comunali positivi: due del Settore Edilizia Privata e uno al settore Cultura Biblioteche. Già avviate le sanificazioni e il tracciamento dei contatti: nessun focolaio, il virus sarebbe stato contratto fuori dalle sedi comunali. 
LA LAMENTELA Intanto non mancano lamentele e malumori dei pazienti. È partita da Monselice la segnalazione di un uomo risultato positivo al Covid il 7 ottobre scorso e, ad otto giorni di distanza, «non ancora chiamato dall'Ulss 6 per il tracciamento dei contatti». «A mio padre - racconta il figlio è salita qualche linea di febbre, poi ha perso il gusto e l'olfatto. A più di una settimana di distanza sta ancora aspettando la telefonata per il tracciamento dei contatti. Dato che aveva incontrato moltissime persone nei giorni immediatamente precedenti al tampone si è intanto attivato personalmente per avvisarli tutti, ma non dovrebbe funzionare così». L'Ulss ribadisce: «La curva epidemiologica è cresciuta rapidamente. Il servizio di Prevenzione sta affrontando una mole notevole di lavoro». 
(Ha collaborato Camilla Bovo)

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