Giulia morì a 12 anni nell'incidente, pena sospesa all'investitore

Mercoledì 2 Ottobre 2019
Giulia Morandi
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BAGNOLI DI SOPRA (PADOVA) - Quel sabato maledetto, il 21 gennaio 2017, Giulia Morandi, 12 anni, di Bagnoli di Sopra, era andata a giocare a bowling, al centro commerciale, alle porte di Rovigo, insieme alla famiglia di un'amichetta, sua vicina di casa. Poi, sulla Tangenziale Est, all'altezza del distributore Giorgio Sprea, mentre tornavano verso Bagnoli, la tragedia: una Panda Natural Power nera, sfuggita al controllo del suo autista dopo aver leggermente oltrepassato la doppia linea continua ed aver impattato di striscio con un'altra auto che procedeva in senso contrario, è carambolata davanti alla Punto sulla quale si trovava Giulia, insieme alla sua coetanea, che nell'incidente si è rotta un femore, ed ai genitori ed al fratellino della ragazzina. Un incidente pauroso, con tre auto semidistrutte e sette feriti.
 
CONDIZIONI DISPERATELe condizioni della piccola Giulia, che era seduta sul sedile posteriore accanto alla portiera di sinistra ed aveva battuto violentemente la testa, erano subito apparse gravissime, tanto che ne era stato disposto il trasferimento all'ospedale di Padova, centro di riferimento per la rianimazione pediatrica. Qui era stata sottoposta ad un delicatissimo intervento neurochirurgico, ed era stata poi tenuta in coma farmacologico. I giovanissimi genitori l'avevano vegliata ininterrottamente e sembrava che la loro bambina si stesse riprendendo, perché iniziava a stringere le loro mani. Il sabato successivo, però, le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate ed è stato necessario un nuovo intervento al cervello. E il giorno dopo è sopraggiunta la morte celebrale.
L'ACCUSAPer il drammatico incidente costato la vita alla piccola Giulia, amante della montagna e del pattinaggio, l'allora 26enne rodigino che era alla guida della Panda nera, risultato negativo all'alcoltest al quale era stato subito sottoposto, era stato immediatamente iscritto nel registro degli indagati. Inizialmente l'ipotesi di reato, formulata dall'allora sostituto procuratore a Rovigo Davide Nalin, era stata di lesioni colpose. La morte della piccola Giulia, però, aveva poi fatto sì che l'ipotesi di reato venisse modificata in omicidio stradale. E ieri, nell'udienza dinnanzi al giudice per le udienze preliminari Pietro Mondaini, è stata accolta la pena concordata fra l'accusa e la difesa di Denny Zanardo, affidata all'avvocato Debora D'Aquino, di un anno e 8 mesi con la sospensione condizionale e la non menzione nel casellario. Ad incidere anche il fatto che alla ragazzina, come risultato dagli accertamenti, non fosse stata fatta indossare la cintura di sicurezza.
Francesco Campi
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