Negozianti fermano il ladro, ma lui li
pesta e i passanti li insultano: «Fascisti»

Martedì 20 Dicembre 2011 di Marco Aldighieri
Jacopo Gruarin, Roberto Turato e Nicola Gatto
PADOVA - Negozianti "eroi". Sono i due dipendenti della rivendita Vodafone di via San Lucia in pieno centro storico. Senza paura, domenica passate le 19.30, si sono lanciati all’inseguimento di un tunisino. Il nordafricano aveva appena rubato alla Rinascente un giubbetto in pelle da 260 euro e una pochette Guess da 35 euro.



Hanno sentito una commessa del grande magazzino urlare e hanno visto una guardia giurata correre dietro al ladro. Avevano appena chiuso il negozio e mentre il titolare, Nicola Gatto Moretti ex rugbista del Petrarca stava mettendo a posto i libri contabili, Jacopo Gruarin di 28 anni e Roberto Turato di 39 anni stavano bevendo un aperitivo. «Abbiamo notato un uomo della sicurezza della Rinascente inseguire un tunisino con uno zaino in spalla e prima avevamo sentito urlare - ha raccontato Gruarin ieri pomeriggio dietro al bancone della rivendita di telefonia mobile -. Per noi è stato istintivo intervenire. Non abbiamo avuto paura e abbiamo rincorso insieme alla guardia giurata il ladro».



L’inseguimento a piedi, tra le bancarelle natalizie e i passanti impegnati nello shopping, è durato per quasi dieci minuti. I due negozianti e il vigilantes della Rinascente hanno bloccato il tunisino per quattro volte, ma lui sferrando calci e pugni è sempre riuscito a divincolarsi. Così da semplice ladro è diventato rapinatore. «Lo abbiamo fermato quattro volte - ha proseguito Gruarin - una volta davanti a Sommariva e l’ultima volta di fronte alla Rinascente dove la guardia giurata ha voluto riportarlo. Lui però per scappare ci ha colpito con calci e pugni. Io ho avuto cinque giorni di prognosi. Lo zaino con la refurtiva lo aveva lasciato già all’inizio dell’inseguimento. Poi al quarto tentativo di bloccarlo ho chiamato il 113 ed è arrivata la polizia».



Ma negli occhi di Jacopo Gruarin, nonostante l’azione eroica e di grande spessore civico, c’è un velo di tristezza. «Nelle quattro volte che lo abbiamo bloccato - ha terminato il commesso - tutti si sono fermati a guardare e nessuno ha preso il cellulare per chiamare polizia o carabinieri. Nell’ultima occasione davanti alla Rinascente siamo stati insultati da almeno una trentina di persone. Mi hanno chiamato fascista. Solo quando ho chiamato il 113 la situazione si è calmata». Gli agenti della sezione volanti hanno arrestato con l’accusa di rapina impropria Ghanem Boughanmi di 35 anni. Il tunisino, in possesso di un regolare permesso, è stato processato ieri mattina con il rito della direttissima e condannato all’obbligo di firma. Nel frattempo però si è liberato un posto al Cie (centro di identificazione ed espulsione) di Gorizia dove è stato accompagnato.
Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 17:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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