«Maap, pronti al raddoppio: il futuro è nella costruzione dei capannoni frigo»

Lunedì 23 Agosto 2021 di Mauro Giacon
IL PROGETTO - Pronti a raddoppiare l'area del Maap

PADOVA - «Il mio obiettivo è il raddoppio del Maap.

Entro fine anno inaugureremo una nuova piattaforma logistica che si affiancherà alle quattro attive dal 2002. È stata una gara tormentata con un investimento di 2,8 milioni di euro. Però guardo più avanti. Possiamo raddoppiare i 40mila metri di piattaforme logistiche già esistenti perché abbiamo un terreno di 50mila metri quadrati da utilizzare. Servono come l’aria magazzini a supporto dei grossisti che fanno export e sopratutto capannoni frigo per la conservazione. Questo sarà il nostro business».

Maurizio Saia, da presidente del Maap guarda avanti. A maggior ragione oggi che il Comune ha un tesoretto di 37 milioni. «Lo spazio è vincolato da regole urbanistiche che impongono una fascia di rispetto importante dal nostro confine al cimitero di Granze e questo ci penalizza. Ma pensare di avere tanto spazio, un Pnrr a disposizione e non sfruttare l’occasione per farli è uno spreco. Per questo stiamo lavorando con il Comune e con Interporto. In una fase successiva prepareremo uno studio di fattibilità che sottoporrò sia all’amministrazione che alla Camera di Commercio».
 

LA SISTEMAZIONE

Da quando si è insediato Saia ha attuato una vera e propria politica di modernizzazione dell’ente, facendone uno “scalo” moderno, proiettato verso l’esterno. «All’inizio ho trovato una situazione di estrema difficoltà con le cooperative di facchinaggio. La storia è lunga. Dall’inizio il servizio era gestito dall’Associazione combattenti e reduci che oggi si è trasformata in cooperativa. Sono 90 e hanno accumulato un notevole passivo. In più ci sono 250 facchini di cooperative minori. Piano piano con un’operazione attuata insieme ai grossisti la stiamo salvando. Ora hanno un manager che li segue. Stiamo chiudendo anche la problematica della portineria che minacciava lo sciopero per problemi salariali».
Altre cose da mettere a posto? «C’erano alcuni consulenti che erano sempre gli stessi da 18 anni. Ho mandato disdette a tutti e poi ho puntato sui migliori studi dalla sicurezza alla fiscalità».
Oggi c’è la problematica del virus. «Siamo gli unici che possono fare i vaccini agli addetti. L’Ulss ci ha scelto anche per la tipologia di persone: molti frequentatori sono cingalesi e pakistani. Oggi siamo all’85 per cento di copertura con prima dose su 1500 persone che girano intorno al mercato».
 

LE STRATEGIE

Poi ci sono le strategie. «Ho posto all’assemblea un quesito: dobbiamo capire che cosa sarà il futuro fra 15 anni, perché non è mai stata fatta una strategia a lungo termine, si è sempre viaggiato a vista. I Mercati vanno verso la privatizzazione? E noi dobbiamo mantenere viva la maggioranza pubblica? Ci saranno ancora fruttivendoli o solo la grande distribuzione?»
«Ho chiarito - continua - che il nostro asso nella manica devono essere i capannoni frigo. Già oggi se ne avessimo il doppio non basterebbero. Quello sarà il nostro business in futuro perchè c’è una richiesta enorme. La Grande distribuzione ad esempio anche se si approvigiona da hub propri non sa mai quanta richiesta di prodotto esattamente fornire e la parte che manca la viene a prendere da noi. Giornalmente per il Maap è un grosso affare. Non solo: i grossisti più grandi addirittura affittano capannoni frigo anche nei pressi del Mercato».
 

I BAMBINI

Altro punto è il marketing. «Pochi sanno che al Maap lavorano i migliori micologi del Veneto. Abbiamo fatto arrivare un laboratorio che la Regione aveva dato all’Ulss per le analisi. Un altro dei miei progetti è promuovere l’educazione alimentare. Voglio accordarmi con Aps per far arrivare gli alunni con l’autobus, far fare loro la spesa e poi portarli in un laboratorio didattico con l’Ulss». 
E l’orizzonte? «Un accordo con Verona per dividerci l’area di commercializzazione che va da Veneto-Trentino-Friuli-Emilia fino alla esportazione verso Est Europa-Germania-Austria- Nord Europa. Perché potremmo essere noi lo snodo delle merci in arrivo da porto ed aeroporto di Venezia. Infine un’azione di richiamo verso altri grossisti esterni e verso i negozi cosiddetti di vicinato, di quartiere che, ad esempio, durante il covid hanno ripreso attività. Perchè il grande fa bene anche al piccolo».

Ultimo aggiornamento: 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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