A Padova limite di 30 chilometri orari in 177 strade da 5 anni. L'assessore: «Aumenteranno»

Martedì 23 Gennaio 2024 di Alberto Rodighiero
Il limite di 30 chilometri orari in via Monte Cengio a Padova

PADOVA - «Le polemiche sulle zone 30? A Padova sono i residenti dei quartieri a chiedercele». Mentre a Bologna impazza lo scontro sul limite di velocità a 30 all’ora scattato in buona parte delle strade cittadine (un provvedimento che ha fatto intervenire con posizione critica anche il ministero dei Trasporti Salvini) nelle città del Santo almeno da cinque anni e le “aree a bassa velocità” sono una realtà. I numeri parlano chiaro: ad oggi, infatti, sono già 177, per un totale di 55 chilometri, le strade in cui non possono essere superati i 30 chilometri all’ora. In larga parte si tratta di strade di quartiere dove, precedentemente, era in vigore il limite dei 50 chilometri orari. 


GLI ESEMPI
Le zone 30 sono scattate un po’ tutti i quartieri cittadini. Si va dall’Arcella (via Atichieri da Zevio, via Perosi e via Bach), a San Giuseppe (via Col Berretta, via Col del Rosso e via Crimea), passando per il quartiere Palestro (via Palestro, via Pastrengo, via Monte Cengio) per arrivare a Forcelini (via Crescini). 
«A Padova ormai da molti anni che stiamo realizzando zone 30 e ne realizzeremo ancora perché sono previste dal Piano urbano della mobilità sostenibile ma, soprattutto, perché a chiedercele sono i residenti dei quartieri – ha spiegato ieri l’assessore alla Mobilità Andrea Ragona –.

I padovani ci chiedono di limitare la velocità soprattutto nelle zone residenziali. Per quel che riguarda il Pums l’indicazione è molto semplice: nelle strade di scorrimento come le circonvallazione il limite resterà quello dei 50 all’ora, ma nei quartieri, dove l’aumento di velocità comporta solamente un rischio più elevato di incidente, cerchiamo di limitare il rischio incidenti». 


IL PRIMO CITTADINO
Sulla questione ieri ad intervenire è stato anche il sindaco Sergio Giordani. «Credo che sia giusto moderare la velocità – ha spiegato –, in città abbiamo tantissima gente che si muove a piedi o in bicicletta. Non è un caso che a Padova ci siano già tantissime strade con il limite a 30 chilometri orari». 
«Anche noi stiamo andando nella direzione di mettere sempre più strade con il limite ai 30 orari – ha confermato l’assessore alla Sicurezza Diego Bonavina – Detto questo, è fondamentale che gli utenti della strada rispettino le regole. Parlo degli automobilisti, ma non solo. Un richiamo, se necessario, va fatto anche a chi utilizza i monopattini, le biciclette e gli scooter. Si possono mettere tutti i divieti del mondo, ma è necessario che la gente prenda coscienza dei rischi che si possono correre mettendosi in strada, soprattutto in determinate aree della città». 


L’EX VICESINDACO
Ieri, poi, il portavoce del centrosinistra il consiglio regionale Arturo Lorenzoni ha rivendicato la “paternità” delle zone 30 a Padova, visto che è stato vicesindaco con delega a urbanistica e mobilità. «A Padova la velocità media delle auto e dei mezzi pubblici è al di sotto dei 20 chilometri ll’ora. Il limite dei 30 orari non comporterebbe alcun incremento di tempo negli spostamenti. È un fatto di civiltà – ha spiegato l’ex vicesindaco -. Nel 2018 proposi al sindaco Sergio Giordani di adottare questo limite in città. Un po’ alla volta lo si sta introducendo, senza clamore, consapevoli che si tratta della direzione giusta».


LE ALTRE SCELTE
Non solo limite dei 30 orari nelle strade di quartiere. Per garantire la sicurezza di pedoni e ciclisti, in questi anni la giunta Giordani ha messo in campo anche altri progetti, tra questi le “aree scolastiche”. Si tratta di zone in prossimità delle scuole, in particolare asili e scuole elementari, dove vengono introdotte limitazioni alla circolazione dei veicoli e nelle quali si può intervenire con politiche di riduzione del traffico come stop temporanei alle auto, pedonalizzazioni negli orari di entrata e uscita, dissuasori e limiti di velocit. 
Il provvedimento è stato sperimentato anzitutto in via Sant’Osvaldo, dove sono presenti la primaria Volta, la materna Sant’Osvaldo e all’asilo nido Scarabocchio. Lo scorso autunno, invece la sperimentazione ha poi riguardato le primarie Mazzini in via Leogra ad Altichiero, Santa Rita in via Marchesini  e Manin in via Tre Garofani. 

Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 22:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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