Insieme per 50 anni, l'amata moglie muore e lui la segue: «Papà diceva sempre che il suo cuore era stato trafitto»

Giovedì 13 Gennaio 2022 di Cesare Arcolini
Giuliano Campese e Rosaria Bettella

LEGNARO (PADOVA) - Il 20 ottobre scorso Rosalia Bettella, 71 anni, era morta dopo una lunga malattia. A distanza di pochi mesi è mancato anche il marito Giuliano Campese, che avrebbe compiuto 78 anni il prossimo 16 febbraio. «Siamo sconvolti - ha detto la figlia Patrizia - mio papà era amato e apprezzato da tutti. Per oltre cinquant'anni è stato a fianco di mia mamma Rosalia. Sono partiti dal nulla con un piccolo banchetto della frutta e verdura in piazza dei Frutti a Padova, fino a diventare uno dei banchi più apprezzati della piazza. Dopo la morte della mamma il papà si è lasciato andare, diceva sempre che il suo cuore era stato trafitto, che la vita senza Rosalia non aveva più senso.

Recentemente ha subito un'operazione al cuore, sembrava tutto passato, ma poco dopo essere stato dimesso si è aggravato e l'altro giorno l'ho trovato morto in casa».


CONIUGI AFFIATATI

Rosalia e Giuliano formavano una di quelle coppie d'altri tempi in cui l'amore, la bontà, il senso del dovere e la solidarietà verso il prossimo erano autentiche regole di vita. «Non appena si è sparsa la notizia della morte di mio papà - ha proseguito Patrizia - io e mia sorella Monica abbiamo ricevuto decine di attestazioni di vicinanza. Nostro padre era conosciuto da tutti, ha seminato del bene nel corso della sua vita e questo ci rende orgogliose». La famiglia Campese Bettella aveva già dovuto sopportare un grave lutto quando - era il 1986 - il figlio Nicola morì in un incidente stradale ad appena 17 anni. L'ultimo saluto a Giuliano è in programma per sabato alle 10,15 nella parrocchiale di Legnaro.


DI NUOVO ASSIEME

«Ora mamma e papà sono nuovamente insieme. A loro, anche a nome di mia sorella Monica - ha rimarcato Patrizia - diremo sempre grazie per come ci hanno cresciute e soprattutto per averci insegnato i concetti di famiglia e di rispetto». Dopo la morte della moglie, Giuliano Campese era rimasto a vivere in paese, in via Bellini, ma le figlie non lo lasciavano mai solo e giornalmente lo andavano a trovare per sincerarsi che tutto andasse bene. Da due anni, dopo che si era ammalata la moglie, Giuliano non lavorava più al mercato di piazza dei Frutti. Nel suo tempo libero amava viaggiare, andare al bar con gli amici a giocare a carte e soprattutto circondarsi di persone care. Una persona semplice, dunque, ma con un cuore grande. «Ha fatto del bene a tanta gente - ha concluso la figlia Patrizia - e soprattutto l'ha fatto in silenzio lontano dalle luci della ribalta. Sono certo che in tanti vorranno ricordarlo al funerale. Con mia sorella adesso non possiamo far altro che rimboccarci le maniche e andare avanti con un bagaglio d'amore e di esperienza che ci è stato donato da mamma e papà e che nessuno potrà mai rubarci».

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