Nuova sfida nella Lega. «Veneto, al congresso votino tutti i 4.200 militanti»

La proposta di Marcato e lo scontro sull’elezione del nuovo segretario regionale

Lunedì 29 Maggio 2023 di Alda Vanzan
Roberto Marcato e Alberto Stefani

VENEZIA - Oggi a mezzogiorno a Milano si riunirà il consiglio federale della Lega, ma, al di là dell’analisi dei risultati elettorali che interessano 41 Comuni italiani, tra cui Vicenza, si attendono decisioni sulla vita interna del partito. Ossia, i congressi regionali. E dunque la domanda è: il segretario Matteo Salvini approverà il regolamento congressuale per il Veneto così come presentato dal commissario Alberto Stefani o ci saranno margini di correzione? In tal caso, c’è da vedere se sarà presa in considerazione la proposta dell’assessore regionale, nonché papabile candidato segretario della Lega-Liga veneta Roberto Marcato, di far votare non più solo i 420 delegati, ma direttamente la “base”.

E cioè tutti i 4.200 soci militanti della Lega-Liga. «Se davvero la “base” è importante, allora deve votare tutta la base», dice Marcato. Che rincara: «I militanti ne hanno le tasche piene di elucubrazioni statutarie e regolamentari, c’è bisogno di andare al voto sereni. E quindi se l’obiettivo è di dare voce agli iscritti, che siano gli iscritti a votare. Tutti, però».


IL DOCUMENTO
Il documento in discussione è la “Bozza di regolamento del congresso regionale della Lega Veneto per Salvini Premier con i delegati” discusso sabato mattina nella riunione del direttorio della Lega-Liga veneta, un organismo ristretto di cui fanno parte i cinque soci fondatori Luca Zaia, Lorenzo Fontana, Roberto Marcato, Nicola Finco, Erika Stefani, più il commissario Alberto Stefani e l’amministratore Massimo Bitonci. Sono cinque pagine in cui non compaiono incompatibilità di sorta e si dice che “il congresso regionale viene convocato dal segretario o commissario regionale” (anche con un sms o whatsapp), che partecipano “con diritto di parola e di voto, i militanti delegati eletti nei congressi provinciali, in regola con il tesseramento” e “con diritto di parola e di voto, purché in regola con le norme sul tesseramento” anche i circa 60 “istituzionali”. Questi ultimi sono elencati all’articolo 2, comma 5: il segretario regionale o il commissario regionale; i segretari provinciali o i commissari provinciali; i parlamentari; i consiglieri regionali appartenenti al gruppo Lega Salvini Premier e al gruppo Zaia Presidente; i presidenti di Provincia; i sindaci dei Comuni capoluoghi di Provincia o delle Aree Metropolitane.
Dettaglio: non sono citati gli assessori regionali. Che erano sì consiglieri regionali, ma che hanno dovuto dimettersi per entrare in giunta (e che potrebbero ritornare in consiglio se si dimettessero da assessori). Significa che se Roberto Marcato si candiderà non potrà votarsi o si farà una eccezione in quanto socio fondatore (di cui però il regolamento non fa cenno)? Di sicuro per Alberto Stefani non ci saranno problemi (è sia commissario che deputato), idem per il trevigiano Franco Manzato (a patto, ovviamente, che siano tutti in regola con il tesseramento).


LA NOVITÀ
A far discutere è l’articolo 9, “Voto dei congressisti di diritto”. Testuale: “Per l’elezione del segretario regionale, dei membri del consiglio direttivo e dei delegati al congresso federale, la somma dei voti dei delegati di diritto ex art. 2 comma 5 concorre alla determinazione della cifra elettorale nella misura del 5% dell’ammontare complessivo del numero di voti espressi. I congressisti di diritto voteranno attraverso apposita scheda di colore diverso”. Non era mai successo prima. I delegati di diritto potranno partecipare al congresso, intervenire e votare, ma il loro voto sarà praticamente ininfluente. Tra l’altro, è una regola fissata a gioco già iniziato: se lo si fosse saputo prima, gli “istituzionali” avrebbero potuto nei rispettivi congressi provinciali farsi eleggere come delegati (cosa che alcuni consiglieri di Palazzo Ferro Fini, come la veronese Alessandra Sponda, hanno fatto). La ratio di questa novità - illustrata sabato dal commissario Stefani al direttorio - sarebbe di dare più peso ai militanti. Ed è così che l’assessore Marcato rilancia: «Se davvero la base è importante, allora che votino non i delegati, ma i militanti. Tutti i 4200». Che poi era la proposta avanzata tempo fa dallo stesso governatore Luca Zaia.
In Veneto la situazione è di stallo. C’è da capire cosa farà oggi al consiglio federale il segretario Salvini: avanti tutta o un’altra pausa?
 

Ultimo aggiornamento: 07:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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