Ecco la galleria segreta dei Signori Carraresi: a Padova un tunnel di 50 metri tutto da scoprire

Domenica 31 Dicembre 2023 di Ni.Co
Galleria sotterranea

PADOVA - Il Castello dei Carraresi continua a riservare sorprese.

L'ultima, rececentissima, riguarda la scoperta della galleria sotterranea finora sconosciuta, nella quale si sono addentrati alcuni esperti, utilizzando un rover con telecamere.

Assessore Colasio, al Castello ci sono ancora misteri da svelare.
«Assolutamente sì. E infatti, cosa inaspettata, durante i cantieri preparatori per l'attività di restauro del lato sud ci siamo imbattuti in questa parte ipogea di cui non conoscevamo l'esistenza».

Che cosa avete fatto?
«È stata esplorata dal Gruppo degli Speleologi Padovano e dai componenti del Comitato Mura. La galleria è lunga 50 metri e forse è quella di cui narra una leggenda metropolitana, secondo la quale attraverso questo percorso sotterraneo nel Medioevo i signori Carraresi dal Castello passavano sotto il fiume e andavano a pregare nella Chiesa dell'Oratorio di San Michele, ottava tappa dell'Urbs Picta. La struttura alta un paio di metri è di straordinaria bellezza, ma la parte finale è coperta dai detriti e quindi non siamo riusciti a ispezionarla. Continueremo le indagini d'intesa con la Soprintendenza. Il Castello ci permette di confrontarci con pezzi di storia ancora inesplorata. È un laboratorio, work in progress».

E diventerà Patrimonio dell'Umanità.
«Infatti stiamo creando il passaggio tra l'ottava e la nona sezione del percorso Unesco. Il rinvenimento del tunnel underground implicherà un'ulteriore campagna di scavo e di ricognizione archeologica. Non sappiamo che funzione avesse, ma è affascinante sapere che il sito ci riserva ancora sorprese, come gli ulteriori lacerti rinvenuti sul lato est».

Intanto si va avanti con il restauro.
«Il progetto esecutivo appena approvato prevede il restyling totale del punto focale del Castello, cioè la porta d'ingresso. Verrà restituita vita ai cicli affrescati, e in particolare a quelli della bellissima Sala del Carro. Ricordo che esistono solo 2 rappresentazioni originali di tale simbolo: una si trova nella Torlonga, e l'altra è appunto questa».

Come verrà utilizzata la porzione est?
«Avrà una funzione espositiva e lì ospiteremo le opere dei "grandi" padovani: mi riferisco per esempio al Gruppo N, a De Poli, alla scuola orafa, e siamo in trattativa con gli eredi di vari artisti per avere ulteriori donazioni. Il progetto prevede interventi di natura tecnico-funzionale, con servizi, pavimenti flottanti per nascondere gli impianti tecnologici ed elettrici. Tutti gli ambienti verranno microclimatizzati e la sala al piano terra, che presenta dei cicli affrescati di derivazione giottesca, verrà completamente restituita alla sua originaria bellezza, con il restauro dei dipinti e con l'eliminazione delle superfettazioni che oggi impediscono di avere una percezione piena di tale spazio».

L'ex carcere che cosa rappresenterà per il nostro territorio?
«Finito il restauro Padova verrà a qualificarsi come una delle poche città d'Italia dotata di un grande spazio espositivo dedicato in modo permanente al design. Riscoprirà le sue radici di città, dove era presente Giò Ponti, grande sponsor per far sì che nel 1954 Gastone Rinaldi ottenesse il "Compasso d'oro" con la sedia Du 30, e i linguaggi del contemporaneo. Il Castello, pertanto, si candida a essere il luogo a essi dedicato, oltre che la nona stazione della Urbs Picta. Tra Trecento e terzo millennio si chiude un cerchio».
 

Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 11:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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