PADOVA - In un banco di pegni di un istituto di credito di Milano sono stati sequestrati gioielli per 100mila euro rubati negli appartamenti. Un tesoro di anelli, bracciali, collane, orecchini e orologi. Tutti preziosi arraffati in abitazioni tra il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna.
A scoprire il traffico illegale di monili sono stati gli uomini della Squadra mobile, coordinati dal vicequestore aggiunto Marco Calì, quando ai primi di marzo, grazie a un’impronta digitale, sono riusciti a risalire alle due ladre autrici di un colpo in casa nella centralissima via dell’Arco.
In carcere sono finite mamma e figlia Silvana e Valeria Jankovic rispettivamente di 39 e diciannove anni. Il bottino nell’occasione era stato di 20mila euro.
Sono così scattate le indagini, per volontà del pubblico ministero Benedetto Roberti, che hanno portato gli investigatori a mettere sotto controllo i telefoni cellulari di madre e figlia. E il traffico telefonico ha messo in luce una costante comunicazione con i genitori di Silvana Jankovic, quindi i nonni di Valeria. Entrambi incensurati e residenti in un campo nomadi vicino a Monza, sono andati al banco dei pegni con i gioielli rubati dell’istituto di credito Commercio e Industria con sede a Milano. Qui hanno aperto sei polizze per depositare i preziosi e avere in cambio del denaro. Un escamotage molto bene pensato, ma scoperto l’altro giorno quando i poliziotti della Mobile di Milano e del commissariato di Monza sono andati alla banca per effettuare un controllo.
Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 08:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA A scoprire il traffico illegale di monili sono stati gli uomini della Squadra mobile, coordinati dal vicequestore aggiunto Marco Calì, quando ai primi di marzo, grazie a un’impronta digitale, sono riusciti a risalire alle due ladre autrici di un colpo in casa nella centralissima via dell’Arco.
In carcere sono finite mamma e figlia Silvana e Valeria Jankovic rispettivamente di 39 e diciannove anni. Il bottino nell’occasione era stato di 20mila euro.
Sono così scattate le indagini, per volontà del pubblico ministero Benedetto Roberti, che hanno portato gli investigatori a mettere sotto controllo i telefoni cellulari di madre e figlia. E il traffico telefonico ha messo in luce una costante comunicazione con i genitori di Silvana Jankovic, quindi i nonni di Valeria. Entrambi incensurati e residenti in un campo nomadi vicino a Monza, sono andati al banco dei pegni con i gioielli rubati dell’istituto di credito Commercio e Industria con sede a Milano. Qui hanno aperto sei polizze per depositare i preziosi e avere in cambio del denaro. Un escamotage molto bene pensato, ma scoperto l’altro giorno quando i poliziotti della Mobile di Milano e del commissariato di Monza sono andati alla banca per effettuare un controllo.