Loreggia. Si finge agente dei servizi segreti e truffa il suocero: in un anno gli spilla 145 mila euro

L'uomo ha fatto credere all'anziano di aver bloccato una cartella esattoriale da 2 milioni di euro: è stato condannato

Sabato 10 Giugno 2023 di Luca Ingegneri
Si finge agente dei servizi segreti e raggira il suocero

LOREGGIA (PADOVA) - Si è spacciato per un ex agente dei servizi segreti carpendo la buona fede di un anziano imprenditore, padre della sua compagna dell'epoca. Gli ha fatto credere di essere riuscito a bloccargli una cartella esattoriale da due milioni di euro riuscendo a farsi consegnare, nell'arco di poco più di un anno, la ragguardevole somma di 145mila euro. Salvatore Emigrato, sessantunenne di origini napoletane, con residenza a Camposampiero, è stato condannato per truffa, con l'aggravante di aver provocato un danno di rilevante entità.

Il giudice monocratico del tribunale di Padova gli ha rifilato una pena di dieci mesi di reclusione, ben superiore ai sei mesi richiesti dalla pubblica accusa, rappresentata in aula dal vpo Andrea Favaretto. All'imputato, difeso dall'avvocato Andrea Micozzi, è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena. La vittima, un imprenditore 78enne di Loreggia, era assistita dall'avvocato Alessia Clementi. Il giudice gli ha riconosciuto una provvisionale di 20mila euro. L'esatta entità del danno da risarcire dovrà essere successivamente stabilita in sede civile.

I fatti

Emigrato si era presentato nel migliore dei modi a casa della vittima. Era il compagno della figlia dell'imprenditore e non aveva faticato troppo per guadagnarne la confidenza. Un giorno gli aveva rivelato di aver lavorato in passato per i servizi segreti dello Stato italiano. E di essere a conoscenza di un grave problema. A suo dire l'anziano sarebbe stato sul punto di ricevere una cartella esattoriale dell'importo di due milioni di euro. Grazie alle sue conoscenze, Emigrato sarebbe però riuscito a sventare la minaccia. Era sufficiente "pagare il disturbo" di chi si sarebbe adoperato per far annullare la cartella. La vittima non aveva avuto altra scelta che quella di soddisfare le richieste economiche di Emigrato. Che sarebbe peraltro tornato alla carica successivamente e a più riprese sostenendo di avere bisogno di una mano. Diceva di essere in possesso di conti milionari, in quel momento bloccati dallo Stato. Ovviamente per riottenerne la disponibilità c'era da sborsare ulteriore denaro. Era così riuscito ad avere un altro prestito. Dall'inizio del 2017 al febbraio 2018 si era fatto consegnare qualcosa come 145mila euro. Nella sua arringa l'avvocato Micozzi ha sostenuto che, a partire dal 2018, l'imputato ha iniziato a soffrire di gravi patologie psichiatriche, tanto da finire in cura al Serd, e di essere stato inghiottito nel vortice della ludopatia. Avrebbe in altre parole dilapidato al gioco i soldi prestatigli dal padre della compagna di allora. Tutte giustificazioni che non sono bastate ad evitargli la condanna.

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