Morì dopo il "no" alla chemio, genitori: «Dimostreremo che era la sua volontà»

Sabato 28 Settembre 2019
Morì dopo il "no" alla chemio, genitori: «Dimostreremo che era la sua volontà»
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PADOVA - «La sentenza che ha portato alla condanna dei coniugi Bottaro non tiene conto delle volontà di Eleonora, la quale non voleva le cure tradizionali: la ragazza era perfettamente in grado di intendere e volere, non era manovrata dai genitori, per questo faremo ricorso in Appello». Così l'avvocata Raffaella Giacomin, difensore di Lino Bottaro e Rita Benini, genitori della diciottenne morta per leucemia il 29 agosto del 2016, dopo aver rifiutato le cure con chemioterapia. I coniugi sono stati condannati il 20 giugno scorso a due anni di pena, per omicidio colposo aggravato dalla prevedibilità del fatto. Il decesso della ragazza, ammalatasi a 17 anni di leucemia, era stato previsto dagli oncologi che l'avevano visitata. I Bottaro avevano aderito al metodo Hamer, medico tedesco, radiato, che curava i tumori con vitamine e cortisone.

Secondo il giudice che li ha condannati, i due avrebbero manipolato la figlia Eleonora al punto da non consentirle di farsi un'opinione personale sulle proprie condizioni di salute, impedendole di fare una scelta libera verso l'unica strada che aveva alte possibilità di salvarle la vita: quella della medicina tradizionale e quindi della chemioterapia.
Secondo l'avvocato, invece, la giovane non era stata manipolata: «Eleonora - afferma - era stata sentita dai giudici del tribunale dei minori e nessuno aveva disposto un Tso perché ritenevano la ragazza in grado di prendere decisioni in modo autonomo, nonostante la sua minore età». Entro dicembre il ricorso verrà presentato ai giudici veneziani.
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