CITTADELLA - L’ufficio edilizia privata del Comune di Cittadella gli ha negato una richiesta e così è cominciata un’azione di denigrazione che ha costretto il sindaco Luca Pierobon ad adire le vie legali. A nulla sono valse le spiegazioni del personale sui motivi del diniego e così è cominciata da parte del residente della città murata una “guerra cartacea” volta a mettere in cattiva luce l’operato dei dipendenti del settore.
L’INFORMATIVA
«L’ufficio edilizia privata ha inviato un’informativa relativa all’operato del cittadino il quale, al diniego di una richiesta, ha inviato numerose lettere a varie autorità, lesive dell’operato del personale e di conseguenza dell’immagine istituzionale del Comune - spiega il sindaco Luca Pierobon - Tutto ciò nonostante gli sia stato indicata la motivazione. Il personale opera nel rispetto della normativa, non ha discrezione soggettiva anche perchè risponde del proprio operato. Non cambiando il comportamento della persona e analizzando in Giunta la situazione, arrivati a questo punto non è rimasto altro che proporre una denuncia querela per la salvaguardia dell’onorabilità dell’amministrazione comunale».
Da parte di Palazzo Mantegna c’è il massimo riserbo sui dettagli, anche in considerazione dell’azione legale.
AI FERRI CORTI
«Non solo il cittadino non ha voluto accettare le spiegazioni dei tecnici, ma oltre a spedire le numerose lettere, ha utilizzato anche i social per amplificare la sua opinione. Ha intrapreso un braccio di ferro che ha oltrepassato tutti i limiti tant’è che pochi giorni fa è stato avviato l’iter per la denuncia. Il dirigente competente individuerà il legale al quale affidare il mandato. Come si suole dire, a mali estremi, estremi rimedi, e questa volta il rimedio è quello del giudice».
Gli amministratori sono spesso al centro di critiche anche pesanti, fa parte del ruolo. In questo caso ad essere vessati sono i lavoratori del settore edilizia privata il cui mandato è quello esclusivo dato dalle norme. A loro tutela prima, e con diretto collegamento all’ente poi, è rivolta l’azione penale che avvierà le indagini da parte della polizia giudiziaria. Sulla base di queste sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere se gli scritti sono potenzialmente lesivi e quindi rinvierà a giudizio il cittadino che andrà a processo. Oppure, al contrario, deciderà per l’archiviazione.
