Padova. L'ambasciatore ucraino: «Bloccate il pianista filo-Putin. La cultura non può rimanere fuori dalla politica»

La lettera: «Annullate il concerto, così si giustificano i crimini»

Venerdì 15 Dicembre 2023 di Mauro Giacon
Romanovsky

PADOVA - Arriva ai massimi livelli il caso del pianista filo-Putin Alexander Romanovsky, ucraino di nascita, ma oggi con cittadinanza italiana, invitato dagli Amici della Musica a suonare martedì 19 dicembre al Pollini. L’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, ha scritto al sindaco Giordani, al presidente dell’Associazione, Mario Carraro e a quello del Conservatorio, Flavio Zanonato, chiedendo di annullare il concerto “una scelta insultante e offensiva nei confronti del popolo ucraino”. “La cultura, nonostante la sua natura di umanesimo, moralità, raffinatezza, etica, estetica, non può rimanere fuori dalla politica, soprattutto in tempo di guerra” scrive l’ambasciatore. “Se la cultura fosse al di fuori della politica, come alcuni ancora credono, le figure culturali non avrebbero subìto la repressione come, ad esempio, è accaduto in passato a molti artisti ucraini”. E continua citando il fatto che finora sono morti oltre 70 musicisti, scrittori e attori. “Ora la cultura è anche uno strumento chiave nella guerra ibrida russa - riprende - I rappresentanti del settore dell’attività culturale russa non si stancano di sottolineare che gli eventi culturali russi all’estero sono una “operazione speciale” sul fronte culturale e una “offensiva culturale”.

Questo passaggio si deve al fatto che l’Ucraina denuncia il fatto che tre mesi dopo il bombardamento del teatro di Mariupol (marzo 2022) dove si erano rifugiate 600 persone, Romanovsky abbia suonato Mozart in un filmato di propaganda russo insieme al violinista Peter Lundstrem, conosciuto sostenitore dell’invasione russa.

Per gli ucraini è come se si fosse esibito sulla tomba di tutte quelle persone e di fronte a chi le ha uccise. Insomma una profanazione continuata con altre dichiarazioni. È per questo, chiude l’ambasciatore, che “il sostegno degli artisti filo-Putin e la diffusione della cultura russa non fa che rafforzare l’immagine del regime di Putin e giustificare i suoi innumerevoli crimini”. Dunque “riteniamo che ignorare questi fatti e invitare Romanovsky ad esibirsi su palcoscenici italiani sia inappropriato nelle condizioni attuali”. Questa presa di posizione doppia quella espressa da 33 associazioni ucraine del Veneto appena l’altro giorno e sta mettendo in imbarazzo anche l’amministrazione comunale che dopo aver tolto il patrocinio ieri ha richiamato gli Amici della Musica a togliere ogni riferimento al Comune nell’evento. Nella lettera scritta dal sindaco Giordani e dall’assessore alla Cultura, Colasio, si sottolinea “il più assoluto rispetto della vostra programmazione culturale” ma è netto il distacco contenuto nella richiesta per non “ingenerare un inopportuno coinvolgimento della nostra amministrazione nelle polemiche”. E si chiude con un “lasciamo a voi valutare nella più ampia e assoluta autonomia l’opportunità di dare seguito o meno al concerto”. Il presidente del Conservatorio Zanonato, che ospita l’evento, ieri ha preferito non commentare il caso. Lo ha fatto invece il londinese Royal College of Music l’anno scorso dopo averlo visto esibirsi a Mariupol, sospendendolo dall’insegnamento. Ora insegna al conservatorio di Pavia.

Ultimo aggiornamento: 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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