PADOVA - «Sono partiti i lavori per il campus alla Piave». Il prorettore all’edilizia dell’Università, Carlo Pellegrino lo annuncia mostrando una foto. Quella della demolizione di uno degli edifici non vincolati dell’ex Comando delle Forze operative nord dell’Esercito a due passi dalla Specola. «Dopo aver eseguito tutte le bonifiche, da quelle belliche a quelle ambientali sono partiti i lavori propedeutici per arrivare alla costruzione vera e propria». Un progetto molto atteso, dal costo preventivato di 82 milioni di euro e che trasformerà l’ex complesso militare nel campus delle scienze sociali ed economiche. «Il prossimo passo è l’appalto integrato per la ricostruzione. Ora il progetto definitivo è in fase di verifica da parte di un ente terzo, poi si partirà con il bando di gara che prevede che il vincitore realizzi il progetto esecutivo e si occupi dei lavori. Ma quello che importa è che i fondi ministeriali vincolavano ad un inizio lavori entro il 30 giugno e noi lo abbiamo fatto». In ballo c’è un contributo del 60 per cento rispetto agli 82 milioni preventivati, ora saliti a 95 milioni.
I tempi
L’area misura 51mila metri quadrati. Steam è capofila del raggruppamento d’imprese che si è aggiudicato la progettazione definitiva. Come tutte le grandi opere ci vuole tempo. Dal 5 aprile 2019, giorno dell’aggiudicazione, sono passati più di quattro anni.
L'ellisse
Quello che colpisce della reinterpretazione degli spazi che dovranno ospitare il polo delle scienze sociali (Sociologia Scienze politiche ed Economia) catapultando circa 6mila persone al giorno negli edifici, è il “segno” architettonico validato da Chipperfield e l’equipe di Steam di Mauro Strada ex docente Iuav. L’ellisse in vetro e legno che coprirà lo spazio dell’attuale campo di calcio sarà infatti il cuore della “macchina” su un’estensione di 2.500 metri quadrati racchiudendo il senso curvilineo che troviamo in molti luoghi simbolo, dal Prato della Valle, ai Giardini Arena, dall’Orto Botanico alle strade romane. Sarà lì che batterà la vita del campus. Sotto all’ellisse, parzialmente interrati ma con un andamento discontinuo in modo da emergere e ricevere la luce solare, si troveranno la biblioteca da 3mila metri quadrati, l’aula Magna da circa 500 posti e l’auditorium da 1200 metri quadrati per circa 5-600 posti. Poi una caffetteria, negozi e spazi comuni per gli studenti. La forma particolare sarà possibile grazie all’abbattimento degli unici tre edifici non vincolati concesso dalla Sovrintendenza, quello che si sta facendo ora.
Il progetto
Il secondo nucleo sarà costituito dall’edificio che gira tutto intorno all’ex chiostro del monastero domenicano di S. Agostino (del 1300). È lo stabile che si vede passando dalla parte della riviera e che fino al 2016 è stato il comando militare del Nord Italia. Il muro che oggi lo nasconde parzialmente allo sguardo sarà abbattuto. Lì andrà la sede dei Dipartimenti, con gli uffici amministrativi e gli studi dei docenti, si calcola fra le 600 e le 700 persone.
Il terzo nucleo dell’intervento sarà rappresentato dalle aule studio che verranno ricavate negli edifici che un tempo ospitavano le scuderie. Perchè la Piave nella sua lunga storia ha ospitato reparti militari francesi, russi e austriaci e con l’Unità d’Italia la Cavalleria dell’esercito nazionale. Sono edifici bassi, facilmente adattabili alle più moderne esigenze. L’ultima parte dell’intervento riguarderà la palazzina degli ex dormitori un edificio molto lungo che copre un intero lato del complesso. I tempi? Almeno cinque anni. E dall’ingresso carraio che oggi è su via Cristoforo Moro si potrà accedere a un parcheggio sotterraneo per 200 posti auto. Sopra invece, 1500 stalli per biciclette e 150 per le moto.
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