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Daniele, il bimbo non riconosciuto dai genitori naturali finalmente ha trovato una famiglia

Nordest > Padova
Mercoledì 18 Novembre 2020 di Luca Marin
Daniele, il bimbo non riconosciuto dai genitori naturali finalmente ha trovato una famiglia
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CAMPOSAMPIERO -  La storia di Daniele (nome di fantasia), nato prematuro non riconosciuto dai genitori naturali e adottato dai sanitari del reparto di pediatria all’ospedale di Camposampiero è una vicenda a lieto fine che commuove e tocca il cuore di tutti. Nella giornata mondiale dedicata alla prematurità, da Camposampiero parte un messaggio di speranza e di ottimismo che infonde serenità e sollievo, il giusto antidoto per affrontare i tempi tristi dell’emergenza Covid che stiamo vivendo. 


Il piccolo Daniele nasce a Padova pretermine, alla trentesima settimana di gestazione. I suoi genitori però non lo riconoscono e quindi viene al mondo come “figlio di nessuno”. 
La sua vita inizia già in rapidissima salita ma al suo fianco arrivano, provvidenziali, degli “angeli” con il camice bianco che riscattano la sua condizione tutt’altro che piacevole e rassicurante. Il bimbo a due settimane dal parto viene trasferito al servizio di patologia neonatale dell’ospedale di Camposampiero, dove per circa un mese si prendono cura di lui e lo “aiutano” a diventare grande.


SERVIZI SOCIALI
È qui che, grazie all’intervento tempestivo dei servizi sociali e del tribunale dei minori, gli trovano una famiglia in cui crescere in affidamento. A Camposampiero continuano a seguirlo e gli sono molto affezionati.


D’altronde, garantiscono all’Ulss 6 Euganea, non è l’unico bambino in questa situazione: sono infatti molte le nascite pretermine e sono tanti i pazienti pediatrici con una certa complessità. Dallo scorso 15 settembre, il giorno in cui ha riaperto ufficialmente i battenti il servizio di patologia intensiva al “Pietro Cosma”, dopo le difficoltà di reperire medici in reparto a causa delle dimissioni in blocco di 7 pediatri in pochi mesi, l’attività funziona a pieno regime: «Siamo ripartiti con slancio – spiega il primario Luca Vecchiato –, abbiamo potuto gestire la nascita e il post nascita di molti prematuri, anche a 32 settimane, che è il nostro attuale limite massimo per il parto pretermine. Abbiamo avuto poi un parto gemellare sempre a 32 settimane, così come diverse gravidanze a rischio trasferite a Camposampiero da altri ospedali. Insomma, il nostro ingresso nella rete neonatologica delle terapie intensive di Padova e del Veneto sta funzionando. L’attività è ben avviata, è ancora in progress, ma nel nostro piccolo siamo già molto contenti». 


COLORI
In tanti comuni del camposampierese la giornata mondiale della prematurità è stata “visibile” attraverso l’illuminazione del colore viola dei monumenti storici e dei luoghi più significativi del paese.


A Camposampiero per sensibilizzare la cittadinanza al tema sono stati illuminati la facciata del municipio di palazzo Tiso e il campanile della torre dell’orologio in centro storico: «È un segno importante aderire a questa iniziativa- sostiene la sindaca di Camposampiero Katia Maccarrone-. È un modo di tenere accesa la luce e far conoscere  questo delicato tema a sempre più persone. È anche un modo per essere vicini alle famiglie che vivono queste realtà così impegnative dal punto di vista emotivo e concreto e ricordare, a tutti, il lavoro importante e non facile che tanti professionisti, medici e personale sanitario, dedicano ogni giorno per far nascere dei bambini che necessitano attenzioni particolari con risultati, spesso, strabilianti». Intanto, proprio ieri al Punto nascite dell’ospedale di Camposampiero, è stata festeggiata la nascita numero mille dell’anno.

Ultimo aggiornamento: 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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