A tre anni annegò durante la festa, 9 mesi al gestore

Domenica 1 Dicembre 2019
A tre anni annegò durante la festa, 9 mesi al gestore
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BOVOLENTA (PADOVA) - Il 9 aprile di tre anni fa la piccola Tina Samake, è caduta nella piscina dell'agriturismo Country House-BB Villa Casa Country a Bovolenta ed è morta annegata. Alla sbarra per omicidio colposo sono finiti i genitori, e il titolare della struttura. Mamma e papà sono stati assolti dall'accusa di omicidio colposo, mentre Antonio Sorgato, già sindaco di Bovolenta, è stato condannato a 9 mesi. All'improvviso, quella sera del 9 aprile del 2016, la bambina è fuggita al controllo di mamma e papà ed è finita dentro alla piscina dell'agriturismo di via Gorgo 13. In pochi istanti la bimba è annegata. Appena i genitori si sono accorti di averla persa di vista si  sono alzati per andarla a cercare, poi altri presenti alla serata hanno visto il corpicino galleggiare a pelo d'acqua dentro la piscina. Subito un paio di medici, tra i clienti del Casa Country, si sono attivati per cercare di rianimare Tina. Poi in pochi minuti è arrivata un'ambulanza del Suem 118 e una pattuglia dei carabinieri del Nucleo radiomobile di Piove di Sacco. 
Ma alle 21.15 la piccola africana ha smesso di respirare. Il suo cuoricino si è fermato per sempre. I soccorritori hanno provato a rianimarla per diversi minuti, ma non c'è stato nulla da fare. I genitori maliani della piccola Tina, nata a Cittadella il 28 dicembre del 2013, da quella maledetta sera del 9 aprile del 2016 non si sono mai più ripresi. 
LE INDAGINIGli inquirenti all'inizio hanno stabilito come mamma e papà avessero omesso di sorvegliare la figlia, tanto che la bambina è riuscita a uscire dalla sala pranzo dell'agriturismo e a raggiungere la piscina. Mentre Antonio Sorgato non ha impedito l'accesso volontario o involontario alla piscina agli ospiti del suo agriturismo con un servizio di custodia e di vigilanza. E così genitori ed ex sindaco si sono trovati alla sbarra per rispondere del reato di omicidio colposo.
IL PROCESSODurante il dibattimento il pubblico ministero ha chiesto la condanna a un anno e due mesi per Antonio Sorgato (difeso dagli avvocati Roberto Morachiello e Francesco Lava), sei mesi per il padre Banouhoun Samake, e l'assoluzione per la madre Nana Traorè rappresentata entrambi difesi dal legale Francesco Rondello. 
Il giudice del Tribunale monocratico Laura Alcaro ha assolto i due genitori perchè il fatto non costituisce reato, e condannato a 9 mesi con la sospensione della pena il titolare dell'agriturismo. Alla lettura della sentenza Samake, presente in aula, si è messo a piangere. Papà e mamma sono stati assolti perchè, arrivati per ultimi alla festa, non sapevano del pericolo rappresentato dalla piscina perchè con il buio non la avevano vista. Quella sera avevano con loro anche l'altra figlia di tre mesi sul passeggino e quando sono entrati nell'agriturismo sono stati circondati dagli amici e dall'interno della sala illuminata non potevano vedere l'esterno in direzione della piscina. Inoltre quando è scattato l'allarme per la sparizione della piccola Tina, la mamma si è diretta verso il parcheggio, mentre il papà è andato a cercarla dentro il locale dimostrando di non sapere dell'esistenza della piscina. 
La bambina è morta annegata nel giro di un minuto, un minuto e mezzo. I legali dell'ex sindaco Sorgato, con tutta probabilità faranno ricorso in appello. Al processo hanno spiegato come il loro assistito avesse tutte le carte in regola, anche sulla messa in sicurezza della piscina.
LA FAMIGLIAÈ ancora enorme il dolore per la perdita della loro figlioletta Tina. Mamma Nana e papà Banouhoun, rimangono chiusi nel loro più stretto riserbo nella loro casa a Piazzola sul Brenta. Non se la sentono di commentare e a farlo è uno dei legali della famiglia. «Si è trattato di un processo emotivamente coinvolgente nel quale i genitori hanno dovuto rievocare e in un certo senso rivivere la tragedia che ha cambiato irrimediabilmente le loro vite - spiega l'avvocato Francesco Rondello - La difesa è tuttavia riuscita a far emergere che papà e mamma non erano a conoscenza dell'esistenza della piscina e quindi dell'esistenza di una fonte di pericolo per cui non potevano essere in alcun modo colpevoli di quanto purtroppo accaduto alla piccola Tina. Sono stati sempre molto vicini a loro - continua il legale - gli amici del mondo del volontariato ed ha dato loro conforto la presenza della sorellina di Tina. La sentenza di assoluzione dei genitori è giusta e corretta, personalmente sono soddisfatto e spero che i genitori riescano a superare questo bruttissimo momento essendo gli stessi ancora molto provati». 
Marco Aldighieri
Michelangelo Cecchetto
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