Infermiera aggredita in ospedale: «Mi ha stretto al collo, pensavo mi ammazzasse»

Giovedì 23 Aprile 2020 di Elisa Fais
Infermiera aggredita in ospedale: «Mi ha stretto al collo, pensavo mi ammazzasse»
3
PADOVA «Ho pensato volesse ammazzarmi, mi ha stretto il collo, aveva gli occhi pieni di rabbia mentre mi puntava una penna contro la giugulare». La voce è rotta dalle lacrime mentre Monica Porcu, infermiera dell'Azienda ospedaliera, torna con la mente a quei momenti di violenza. 

IL RACCONTO TRA LE LACRIME
«Sono piena di lividi e dolori aggiunge -. Non è possibile andare avanti così. In ospedale le porte sono aperte, non c'è sicurezza. Con questo Coronavirus la gente sta impazzendo, servirebbe l'esercito per tenere sotto controllo l'intera struttura». Ieri attorno alle 13.30, davanti ai distributori automatici della Clinica Ostetrica, un 20enne di origini marocchine ha aggredito e malmenato tre infermiere. Il giovane è finito in manette e la donna ha fatto denuncia. «Ero in pausa e ho pensato di andare a comprare un pacchetto di patatine alle macchinette perché avevo fame - spiega Monica Porcu -. Dopo aver inserito la chiave, improvvisamente si è avvicinato un uomo e me l'ha strappata via. A quel punto gli ho chiesto di ridarmela, ma lui ha iniziato ad alzare la voce. Mi ha detto: tutto ciò che possiedo è mio. Ho cercato di insistere ma non c'è stato nulla da fare, così ho deciso di chiamare i carabinieri perché mi sentivo in pericolo. Appena ho estratto il cellulare, quell'uomo mi ha colpita».

UN TERRIBILE INCUBO
Da quel momento inizia l'incubo. «È stato terribile - afferma Monica - mi ha fatto cadere all'indietro, sono crollata sulle sedie davanti ai distributori, sbattendo la testa. Ho sentito un forte dolore al capo, ero confusa e impaurita ma ho deciso di rialzarmi e non mollare». Nel parapiglia il 20enne ha strappato di mano il telefonino all'infermiera, nascondendolo in tasca. Monica ha cercato di riprendersi cellulare e chiavetta, ma la situazione è degenerata. «Ha iniziato a colpirmi con pugni sulle braccia, che utilizzavo per proteggermi aggiunge la donna -. Allora ho urlato, ero disperata». I distributori automatici sono situati al piano sotterraneo della Clinica ostetrica, vicino al Cup, accanto alle scale. Fortunatamente da quel punto diverse colleghe hanno potuto sentire le grida disperate di Monica e sono corse a soccorrerla. 

COLLEGHE IN SOCCORSO
«Sono arrivate proprio nel momento in cui lui mi stava stringendo il collo - racconta piangendo Monica - e sono riuscite a fargli mollare la presa. Lì si è scatenata l'ira. Si è scagliato contro tutte e tre, sferrando pugni e calci nel tentativo di scappare. Poi ha preso la penna dal taschino di una di noi, puntandomela contro la giugulare. Ma la collega è intervenuta in mia difesa, facendolo cadere per terra in tempo». Durante la colluttazione sono stati rotti anche gli occhiali da vista di una delle infermiere. Il 20enne marocchino si è barricato dietro ad una serie di panche legate tra loro, i carabinieri giunti sul posto l'hanno arrestato per furto e rapina impropria. Il giovane ora si trova in carcere in attesa di convalida. Le lesioni alle infermiere sono state giudicate guaribili in cinque giorni. Messaggi di solidarietà e sostegno arrivano da Cgil, Cisl e Uil. «Un episodio grave che mette in luce ancora una volta la scarsa sicurezza in Azienda ospedaliera affermano Luigino Zuin e Luigi Spada -. Siamo nel Far West. L'appello è rivolto al prefetto e al questore: deve essere rinforzato il posto di polizia con risorse aggiuntive nelle 24 ore». 
 
Ultimo aggiornamento: 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci