PADOVA Ragazzi più intraprendenti, aperti verso il mondo, pronti ad accogliere e gestire i cambiamenti.
LE BORSE DI STUDIO
I dati sono stati presentati nella premiazione con borse di studio a 29 studenti vincitori del concorso Intercultura 2025-26, che vivranno un periodo di studio in diversi paesi del mondo, iscritti nelle scuole superiori della provincia di Padova. I programmi saranno dalle quattro settimane, ai tre, sei e dieci mesi per frequentare la scuola in un altro continente ospitati da una famiglia del posto. A premiare gli studenti sono stati l'assessore di Padova, Cristina Piva, la rappresentante del Progetto Giovani, Lucia Prudentino, l'assessore di Conselve Stefania Mastellaro, l'assessore di Monselice Andrea Parolo, e la vicesindaca di Camposampiero, Lorenza Maria Baggio, con i volontari di Intercultura di Padova e Piove. La giornata ha coinvolto volontari di lunga data, ex partecipanti, famiglie ospitanti e persone vicine all'associazione, come Roberta Sommaggio, che nel programma in Svezia del 1998/99 ha imparato «l'importanza dei fallimenti e sviluppato la forza di reagire» che l'hanno resa ricercatrice in ambito medico, ora impegnata allo Iov. Michela Mariani che, dopo gli Usa nel 1997/98, è ora responsabile Legal & Corporate Affairs in Cherry Bank e membro del Board of Trustee di Afs International perché «le soft skills hanno maggior valore di quelle hard: la lettura dei contesti, l'ascolto e dinamismo ti permettono di affrontare e reagire agli imprevisti e ai cambiamenti». Rachele Reschiglian, borsista in Danimarca nel 2014/15, ha continuato a lavorare nella comunicazione interculturale e nell'inclusività, mentre Gianni Camin, che studiò un anno negli Usa nel 1962/63 e fondò il Centro Locale di Padova, ha ricordato quando «si raggiungeva la destinazione dopo un lungo viaggio in nave e si raccontavano le differenze per lettera», diversamente da Marco Scapolo, all'ultimo anno dell'Iis Severi di Padova, rientrato da poco da 6 mesi in Thailandia. Non sono state da meno le testimonianze dell'accoglienza italiana, come ha raccontato Marco Longo che con la famiglia ha ospitato più studenti di tutti, o la volontaria Cecilia Giron, ma anche Levke e Max dalla Germania, Angie dal Costa Rica, Regina dal Messico, Lily dalla Francia e Yanko dal Cile: studenti internazionali accolti quest'anno e che stanno vivendo «Padova come una seconda casa, di crescita e cambiamento». A far loro eco è stato il volontario Lorenzo Barbadoro: «È un collegamento che invita all'incontro. Noi tutti siamo e creiamo un ponte».