Smontata la sciovia di Lacedel: qui non si può più usare, la comprano gli svedesi

Martedì 17 Agosto 2021 di Marco Dibona
Lo skilift smantellato a Pocol

CORTINA D’AMPEZZO - La sciovia Lacedel non c’è più. Prima ancora era scomparso lo skilift di Pocol; i due impianti sono stati smantellati, anche con l’impiego di un elicottero, che ha recuperato in pochi minuti le carpenterie metalliche dei sostegni delle funi, mentre squadre di operai lavoravano a terra. 
«Dopo vari tentativi di vendita, ci siamo arresi – spiega Enrico Ghezze – per cui sono state asportate le parti meccaniche dei due impianti. I pezzi della sciovia di Lacedel sono stati venduti, caricati sui camion e trasportati in Svezia. La normativa italiana prevede che si possa rimontare un impianto a fune entro due anni di mancato uso; all’estero concedono tempi più lunghi. Poi provvederemo alla demolizione dei plinti di cemento, le basi dei piloni di sostegno, e la sistemazione dei fabbricati. Permane per il momento la destinazione a piste da sci, per quella zona». 
Le due sciovie girarono l’ultima volta nella stagione invernale 2008-2009, a chiudere una storia lunga e densa. Il piccolo impianto che saliva sino al Pian de Pocol fu aperto nel 1936 dalla società Funivie aeree italiane turistiche, del barone Carlo Franchetti, che una dozzina di anni prima aveva realizzato la prima funivia di Cortina, che partiva dal centro del paese, aperta nel 1925, una delle prime d’Italia. La sciovia era una novità in quell’epoca, in cui gli impianti di risalita erano rudimentali slittoni di ferro e legno, trainati dalla fune di un argano: ce n’erano sulla Tofana, al Col Druscié, sul monte Faloria, a Pierosà. Quel piccolo skilift fu rifatto più volte, passò di mano, dalla Fait a una cordata dei proprietari dei terreni, sino ad essere acquistato, negli anni Ottanta, dalla società della famiglia Ghezze, che già possedeva l’attigua sciovia di Lacedel. 
«La funivia di Pocol avviò dal 1925 un fermento di iniziative turistiche nella zona, con la successiva costruzione di diversi impianti, alcuni scomparsi da tempo, altri trasformati, in funzione ancora oggi», ricorda Ghezze. La sciovia di Lacedel è successiva, fu aperta a metà degli anni Cinquanta, nell’esplosione turistica di Cortina, per i VII Giochi olimpici invernali del 1956; in paese era noto “il gancio del Ghezo”, dal soprannome ampezzano della famiglia proprietaria. Le prospettive per il futuro di quell’area sciistica sono molteplici e si rifanno a esempi del passato, rivisti in chiave moderna. Per la prossima stagione invernale dovrebbe aprire la nuova cabinovia delle Cinque Torri, che parte da Son dei Prade, appena sopra Pocol, per arrivare a Bain de Dones e collegarsi al comprensorio di Averau, Falzarego, Lagazuoi. 
Nel contempo si sta progettando un nuovo impianto, che dovrebbe salire dal centro di Cortina sino a Ria de Saco, nel carosello di Socrepes, Tofana e Pocol. Una fitta rete di funi dovrebbe quindi collegare tutto il versante occidentale della conca d’Ampezzo, rilanciato dai Mondiali di sci 2021 e in previsione delle Olimpiadi 2026. 
 

Ultimo aggiornamento: 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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