Lago senz'acqua, scatta l'esodo dei turisti dal camping e la proprietà rimborsa

Sabato 13 Agosto 2022 di Lauredana Marsiglia
Il campeggio Sarathei
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ALPAGO - «Il livello del lago ha iniziato a scendere già dal 10 luglio e pochi giorni dopo è cominciato l’esodo degli ospiti. Ospiti importanti, olandesi con famiglie numerose, che avevano prenotato anche per tre settimane proprio a cavallo tra luglio e agosto. Li capiamo e per questo abbiamo voluto anche rimborsarli, di tasca nostra».
Marina Antoniazzi, della famiglia Balbinot che nel 1969 fondò il camping Sarathei di Farra, racconta il dramma di una stagione che beffardamente ha regalato tanto sole togliendo però l’acqua dal lago e pure dai rubinetti, vista la forte siccità. La spiaggia si è allungata a dismisura, trasformandosi in una distesa di fango dentro al quale solo i bambini sembrano sguazzare felici.

Molto meno i genitori arrivati per praticare soprattutto windsurf e costretti a camminare a lungo in quel fango, che a tratti diventa come le sabbie mobili, prima di raggiungere l’acqua.


«Erano circa 15 anni - spiega Marina - che non succedeva una cosa del genere. Ci siamo trovati con i turisti che si chiedevano e ci chiedevano come mai in altri laghi questo non succeda. E così, nel giro di pochi giorni, se ne sono andati oltre 100 equipaggi su una disponibilità di 260 piazzole. Un colpo durissimo, non solo per noi, ma anche per l’immagine del nostro turismo legato al lago. Ho voluto scrivere anche al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, perché il problema di quest’anno va ad aggiungersi a quello strutturale che scatta dalla metà di agosto quando il livello comincia a scendere. Così anche settembre, mese preferito dagli austriaci, ci ritroviamo con poca acqua. Capiamo che ci sono delle regole nell’effettuare i prelievi ma vorremmo tanto che si trovasse un po’ di equilibrio tra i vari laghi».
Il riferimento non detto, ma facilmente intuibile, è al lago di Auronzo che è sempre ben rifornito. Così come i due laghi del Fadaldo, di Nove e il Morto, sempre a pieno livello. E che dire del lago trentino di Caldonazzo, oppure per prenderla larga anche del Garda?
«Certo - prosegue la Antoniazzi -, io non so come funzioni il sistema idraulico che lega gli invasi locali, ma sarebbe bello se si potesse trovare un maggiore equilibrio».


Non c’è rabbia nelle sue parole, ma solo una profonda passione per questo mestiere e la voglia di tenere alto il nome del “lago del vento” pubblicizzato in tutte le salse tanto da attirare gli appassionati del wind e kitesurf, per poi diventare delusione quando i turisti si ritrovano di fronte una distesa di melma.
«Questa situazione fa male non solo a noi - prosegue - ma a tutto il sistema turistico locale. Perché chi si trova a vivere un’esperienza come quella di quest’anno difficilmente tornerà, preferendo altri laghi che a differenza del nostro non vengono mai toccati».
Ma se il Sarathei rimborsa i clienti insoddisfatti, costretti alla fuga in cerca di un lago con l’acqua, il Sarathei non viene rimborsato da nessuno per i danni patiti. «Non abbiamo mai chiesto aiuti - conclude Marina - e nessuno si è mai offerto di farlo. Noi comunque continuiamo con il nostro lavoro, che amiamo. Qui ci mettiamo tanta passione e non vogliamo nemmeno fare polemiche, ma cercare una soluzione assieme alle istituzioni. Per Ferragosto intanto siamo pieni, ma sarà solo per tre giorni»
 

Ultimo aggiornamento: 17:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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