«Il Rally Bellunese muore, gli amministratori hanno soldi solo per Cortina»

Mercoledì 22 Marzo 2023 di Alessandro De Bon
Achille Brik Selvestrel

BORGO VALBELLUNA  - “Serve un miracolo”. Ma le responsabilità, sia chiaro, non sono Celesti. Nelle ore in cui il 38° Rally Bellunese dovrebbe scaldare i motori la sensazione è che si vada verso un desolato silenzio e l’annullamento della gara in programma sabato 1 e domenica 2 aprile. La “questione serbatoi” sta segando le gambe anche della storica corsa nostrana. L’aggiornamento dei serbatoi imposto dalla Federazione, che da mesi si sta scontrando però con la mancanza fisica dei serbatoi, per altro definiti paradossalmente “pericolosi” da alcuni preparatori che addirittura si rifiutano di montarli, sta letteralmente sgonfiando le gomme dei rally italiani. In poche settimane nel nord-Italia sono già saltate una mezza dozzina di gare e tantissimi piloti si stanno iscrivendo a gare in Slovenia, Croazia, Germania e Francia, dove le norme sono meno rigide. Così per chi resta - a secco! - il passo dalla bandiera a scacchi alla bandiera bianca è davvero breve. «Sotto le 80 auto è impensabile partire - avverte tra lo scoramento e la rabbia Achille Brik Selvestrel, ex pilota, papà di un pilota e presidente della Tre Cime Promotor che dal 1975 organizza il Rally Bellunese - e al momento, a 24 ore dalla chiusura delle iscrizioni, siamo a 10 iscrizioni e 40 pre-iscrizioni. Sia chiaro, con 80 auto comunque ci rimetteremmo economicamente; la quota sostenibilità è 100, ma arrivati a questo punto sono anche disposto a rimetterci quel qualcosa.

Lo farei per chi si è iscritto, per gli appassionati e per chi ha lavorato in tutti questi mesi alla preparazione della gara, già saltata lo scorso anno e nell’anno di Vaia. Sotto le 80 auto però non se ne parla, non possiamo rimetterci 20 se non 30 mila euro».

Ormai manca pochissimo tempo. «Domani (oggi ndr) ci saranno il collaudo e la commissione pubblici e spettacoli, ma manca troppo poco tempo. Le iscrizioni chiudono alle 23.59, ormai chi poteva iscriversi si è iscritto. Sappiamo che sta arrivando qualche serbatoio e qualche auto in più, in extremis, potrebbe arrivare, ma non le trenta che ci permetterebbero di correre. Il Rally della Maremma, per lo stesso identico problema, ha appena chiesto la proroga delle iscrizioni, ma io non intendo farlo. Servirebbe soltanto ad allungare l’agonia. Questa è la situazione in cui ci ha fatto piombare la Federazione». Da Roma nessuna voce? «No, ma presto a Roma arriverà la nostra. Ci stiamo organizzando da tutta Italia, tra organizzatori, per preparare una relazione firmata da mandare alla Federazione. Non siamo tutelati, queste regole ci stanno ammazzando, danneggiando soprattutto i piccoli; anche tra di noi ci sono piloti che magari hanno una Peugeot 106 o una Clio, auto che valgono 8 mila euro e su cui dovrebbero investirne 5 per metterle a norma. Tutto per mere speculazioni; prima i sedili, poi la benzina, poi i serbatoi… Stanno distruggendo tutto».

L’allarme pubblico lanciato la scorsa settimana non è servito quindi. «Ci ha aiutato, le iscrizioni si sono mosse, ha fatto parlare, ora tutti sanno e tutti ci dicono di andare avanti, con coraggio, ma il coraggio non basta. La verità è che siamo soli, completamente abbandonati. Venerdì alla presentazione della gara al Castello di Zumelle avevamo invitato Roberto Padrin, Gianpaolo Bottacin e Oscar De Pellegrin. Sapete chi è venuto? Nessuno. Non gliene frega niente. L’anno scorso Padrin mi disse che quest’anno la Provincia ci avrebbe aiutato, poi però, quando è arrivato il momento di farlo, “non ci sono più soldi”. Tutti a Cortina, tutti là li stanno mandando. Bene, avanti così. Io però d’ora in avanti sparerò a zero, perché noi ci stiamo mettendo l’anima, altri ci stanno mandando in malora».

Ultimo aggiornamento: 07:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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