Fiorenza, la prima donna pilota di un aereo passeggeri

Domenica 6 Agosto 2023 di Alessandro Marzo Magno
Fiorenza, la prima donna pilota di un aereo passeggeri

CORTINA - La prima donna pilota di linea in Italia, e in seguito la prima comandante, volava su Cortina. Si chiama Fiorenza De Bernardi, oggi ha 95 anni e vive a Roma, ma nel marzo 1967 era stata assunta dalla Aeralpi, la compagnia aerea con base a Venezia fondata cinque anni prima da Umberto Klinger, presidente delle Officine Aeronavali.

Il 1° settembre 1969 De Bernardi, prima in Italia, viene promossa comandante, ma ormai Aeralpi aveva finito di operare e sospeso i voli da Venezia, Milano e Bolzano sullo scalo aereo di Cortina d'Ampezzo-Fiames. Contrariamente ai suoi ex colleghi Aeralpi assorbiti dall'Alitalia, De Bernardi non è entrata nei ranghi dell'allora compagnia di bandiera, ma ha continuato a pilotare velivoli dell'Aertirrena, con base a Firenze, e aerotaxi. «Con l'aeroplanetto mi sono veramente divertita» ricorda la donna, e il riferimento va al fatto che gli aeromobili destinati a Cortina dovevano essere di dimensioni ridotte, viste le caratteristiche montane dello scalo, in particolare si utilizzava il bimotore britannico ad ala alta Twin Otter, definito dalla stessa De Bernardi «una roulotte con le ali».


ARRAMPICATE
Tra l'altro la comandante non si limitava ad ammirare le montagne dal cielo, ma le scalava pure. «Uno dei mei hobby era arrampicare, sono salita in cima a tutte e tre le Tofane», afferma. Fiorenza De Bernardi era figlia d'arte. Suo padre Mario era stato uno dei più grandi piloti italiani di tutti i tempi: decorato con medaglia d'argento al valor militare nella prima guerra mondiale, nel 1926 aveva vinto la coppa Schneider, stabilendo il record mondiale di velocità su idrovolante. L'anno successivo aveva difeso il titolo proprio a Venezia, ma aveva dovuto abbandonare per un guasto al velivolo. Il padre lascia che la figlia segua la propria vocazione e la giovane ottiene il brevetto di volo. «Per fortuna ho avuto i miei che mi hanno lasciata tanto libera», ammette la comandante.
Volare su Cortina che difficoltà comportava? «Non è tanto Cortina», sostiene, «quanto la montagna, comunque ti organizzi e lo fai. Quando atterri in quell'ambiente devi stare attento, fermarti in salita e girarti per essere pronto a ripartire. Sono particolarità tipiche del volo di montagna». «Bei tempi, pieni di baldoria», ricorda De Bernardi, «eravamo tutti amici, andavamo a cena insieme, spesso cantavamo». I passeggeri non sembravano particolarmente impressionati nel vedere una donna ai comandi, nonostante fosse ai tempi del tutto inusuale. «Soltanto una volta una persona, quando ha visto una donna, voleva scendere, ma poi è rimasta a bordo».
Un po' di anni fa, la comandante aveva anche pubblicato un libro di memorie: "India, Kilo, Alpha. Qui Fiorenza forte e chiaro" (LoGisma). Volare in montagna non era facile, ricorda Gregory Alegi, docente Luiss e storico dell'aeronautica: «Come si leggeva sull'orario 1967, «gli aeroporti alpini non permettono il volo strumentale e pertanto si può volare in montagna solo in condizioni di visibilità». Nonostante il difficile ambiente alpino, l'Aeralpi ebbe un solo incidente durante un volo di linea, l'11 marzo 1967». A causa della fitta nebbia, un volo diretto a Cortina con cinque persone a bordo era stato deviato su Belluno, ma era caduto sul Fadalto. Tra le vittime c'era Aldo Tait, comandante Alitalia ed ex aiutante di volo del duca Amedeo d'Aosta. La definitiva chiusura dello scalo aereo di Cortina, però, sarebbe stata causata da un altro incidente aereo, avvenuto il 31 maggio 1976, quando un piccolo Cessna con sei passeggeri a bordo era precipitato al decollo a causa del vento fortissimo. Non c'erano stati sopravvissuti e tra le vittime figuravano quattro consiglieri comunali di Cortina.
Le vicende della comandante De Bernardi sono legate alla storia della compagnia Aeralpi, e al suo fondatore, Umberto Klinger. Amico di Italo Balbo, era stato messo a capo della prima compagnia di bandiera italiana, l'Ala Littoria, che nel dopoguerra avrebbe generato l'Alitalia. Klinger, sopravvissuto alla caduta del regime fascista al quale aveva aderito, nel dopoguerra aveva fondato anche un'altra compagnia, la Società aerea mediterranea (Sam). Una curiosità: le sue Officine Aeronavali avevano bisogno di spostare personale dall'aeroporto Nicelli del Lido a Tessera, per cui operava un servizio aereo navetta tra i due scali veneziani. L'intraprendenza di Klinger si era unita a quella del cortinese Cesare Rosà. «Già vice sindaco della città», scrive Gregory Alegi, «e abile pilota durante la seconda guerra mondiale, vi aveva condotto i primi esperimenti di volo in montagna atterrando già il 19 agosto 1958 sul letto del torrente Boite. Essendo impensabile la costruzione a Cortina di un vero e proprio aeroporto, vi ricavò una striscia di terreno lunga circa 1.200 metri: dimensioni troppo modeste per i normali aerei di linea, ma adatte ai velivoli con particolari caratteristiche di decollo e atterraggio corto, sia pure ottenute a spese della velocità massima e delle possibilità di carico. Anche così il campo di Cortina battezzato "aeroporto Fiames" nella pubblicità Aeralpi non era certo facile, tanto. Le ridotte dimensioni della valle, i venti di caduta, le correnti ascensionali e discendenti, gli ostacoli sulle due testate rendevano necessaria una grande conoscenza del vento e della montagna».
Tra i passeggeri abituali della linea Venezia-Cortina c'era la stilista Roberta di Camerino. Il marito Guido, malato di tubercolosi, stava in convalescenza nella Perla delle Dolomiti e la moglie faceva la spola in aereo per andarlo a trovare, fino al luglio 1965, quando era spirato. La fine della compagnia Aeralpi non era però stata decretata da motivi aeronautici, bensì da un omicidio, avvenuto in Messico, del più importante azionista, il conte Cesare d'Acquarone. Del delitto era stata accusata la suocera, Sofia Celorio Bassi, anche se permangono dubbi su chi abbia davvero sparato i cinque colpi mortali. Racconta Gregory Alegi: «Fiorenza ricorda ancora la reazione di rabbia e incredulità alla telefonata che informava gli equipaggi della morte di Acquarone: "Fu come se avesse sparato a ciascuno di noi"».


FEMMINISTA
Rimasta senza sostegno finanziario Klinger e le Aeronavali, già in crisi di liquidità per i ritardi nei pagamenti dell'Aeronautica Militare, non potevano certo supplire al ruolo di Acquarone nel breve volgere di un anno l'Aeralpi venne liquidata. Gli ultimi voli commerciali ebbero luogo il 30 giugno 1968. Poi iniziò la triste serie dei voli a senso unico per riconsegnare gli aerei ai creditori. Questi voli furono effettuati da Fiorenza, trattenuta dall'Aeralpi per rimediare al pregiudizio che la compagnia di bandiera mostrava allora nei confronti delle donne pilota». «Fu allora che divenni femminista», dice oggi la prima donna comandante dell'aviazione italiana.

Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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