Belluno. Plateatici ridotti: ritorno al pre-covid

Lunedì 3 Aprile 2023 di Simone Tramontin
Belluno. Plateatici ridotti: ritorno al pre-covid

BELLUNO - Solo posti in piedi.

Spariti dal salotto buono della città i "tavolini bonus" che il "Decreto Aiuti" del governo Conte aveva concesso di posizionare gratuitamente all'esterno di bar e ristoranti, dopo le chiusure dovute alla pandemia. A cancellare ogni speranza di un'ulteriore proroga, il vigoroso colpo di ramazza assestato dall'amministrazione comunale, intenta nelle pulizie di primavera per riportare il decoro in un centro città ormai sciupato. Più ordine uguale più turisti e più affari; un'equazione che non trova però sponda nei gestori dei bar, inviperiti dopo la cattiva notizia: eliminare i posti all'aperto, proprio quando l'estate è a un passo, equivale a un clamoroso autogol. In futuro saranno i dehors: per la giunta De Pellegrin, la chiave per ristabilire l'ordine del centro storico sarà rinchiudere nello spazio di un cubo di metallo e vetro tavoli e relativi avventori.


LA RABBIA
Una scelta che non convince affatto molti baristi: per alcuni, sarà una spesa proibitiva; per altri, una via non percorribile, dal momento che non sempre c'è spazio sufficiente fuori dai locali. Nel frattempo, in attesa che i dehors decollino, per ora si torna a pagare. E agli esercenti è andata di traverso la reintroduzione della tassa sull'uso del suolo pubblico. Affittare il suolo pubblico (extra plateatico storico già autorizzato) costa ormai l'ira di dio: salito a 2 euro e 70 a metro quadro per giorno, il prezzo farà alzare le mani in segno di resa a molti commercianti. E qualcuno già si dice pronto a mobilitare una raccolta firme.


LA TESTIMONIANZA
Tra quanti hanno riposto, in questi giorni, tavolini e sedie in cantina, c'è Ivana Mosena, titolare dell'Artenoteca di via Mezzaterra. «Avevo 2 tavolini in più all'esterno, sotto un piccolo gazebo. Li avrei voluti tenere. Pagando, chiaramente. Mi hanno detto di no. Ho chiesto allora di avere almeno una proroga, fino alla fine dell'estate. Nessuna risposta». Il piccolo gazebo dell'Artenoteca ormai non c'è più: quattro esili montanti in ferro, un telo bianco di copertura, misurava 2 metri e mezzo per 1,70 di larghezza. Decoroso: linea semplice, alto il giusto. Proporzionato. Sotto, due tavolini e sei sedie in tutto: di più non ce ne stavano.


I CONTI
Quei 4 metri quadri e poco più, a 2 euro e 70 euro, sarebbero costati 11 euro e mezzo al giorno, per un assegno da staccare a fine mese (si pagano anche i giorni di chiusura) di 350 euro. Insomma, far stare 6 persone in 4 metri quadri sarebbe costato a Ivana quasi quanto affittare un monolocale in pieno centro. La perplessità è giustificata: a queste cifre, i 2 tavolini dovrebbero attirare avventori a più non posso. Possibilmente non astemi: se Ivana guadagnasse, per ogni calice di vino, anche 1 euro 50, a farla grande, il suo primo euro, da quei tavolini, se lo metterebbe in tasca al 250esimo prosecco servito. Si parla di turismo, di rivitalizzare il centro storico: mettere ordine serve a dare una migliore immagine di sé. «L'assessore dice che mettere ordine fuori dai locali servirà ad attirare più clienti prosegue Ivana -: ci sta facendo un piacere, quindi? Finalmente arriva l'estate e speri di ricominciare a vedere un po' di movimento; e noi? Togliamo tavolini. In nome del decoro. Vorrei capire cosa significhi la parola decoro: i miei tavolini erano indecorosi? Avere persone sedute fuori dal bar è indecoroso? Meglio far morire tutto, allora. Noi compresi. Chi amministra non capisce che questo centro moribondo è in vita solo grazie a noi. Stiamo morendo: alle 9 di sera, in centro c'è il vuoto più totale».


LA DELUSIONE
Tarpate le ali anche all'idea di Ivana di abbellire la via con delle installazioni: «Rondini in legno, da appendere, sospese, lungo tutta via Mezzaterra - spiega - : un modo per salutare la primavera, per abbellire la via. Avevo progettato tutto nei dettagli: gli animaletti li avrebbero realizzati i ragazzi della scuola del legno di Sedico. Risposta del Comune: no, grazie. Ne prendo atto, ma se le cose stanno così, sia chiaro: quest'estate le serate di musica con le quali abbiamo riempito la via, che hanno richiamato turisti e bellunesi, non le faremo più. Sarà sicuramente più decoroso un ordinato nulla del nostro disordinato tentativo di fare qualcosa».

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