Il ricordo dei gol segnati da Pablito durante i ritiri del suo Lanerossi fra le Dolomiti

Venerdì 11 Dicembre 2020 di Marco D'Incà
Il ricordo dei gol segnati da Pablito durante i ritiri del suo Lanerossi fra le Dolomiti

I suoi gol, ai Mondiali di Spagna ’82, hanno fatto sognare un intero Paese. Quegli stessi gol che la provincia di Belluno ha potuto godersi in anteprima. E dal vivo. Gol che riempivano gli occhi. E le estati, all’ombra delle Dolomiti, da Ponte nelle Alpi al Feltrino.

Era l’epoca dei ritiri in montagna. Delle amichevoli con squadre dilettantistiche. Di folle sugli spalti e a bordo campo per ammirare i campioni. Uno di loro era Paolo Rossi: il grande “Pablito” è scomparso all’età di 64 anni, lasciando attoniti anche i tanti, tantissimi appassionati bellunesi che hanno avuto il privilegio di vederlo sbocciare con la maglia del Lanerossi Vicenza.


“SBATTUTINO”
Una squadra che, per due stagioni (1977-78 e 1978-79), ha svolto il ritiro pre-campionato a Ponte nelle Alpi: allenamenti allo stadio Umberto Orzes di Polpet. E alloggiando all’albergo Trieste, gestito dalla famiglia Boito. Una famiglia di calciatori: sotto l’attenta e competente guida di Eliseo, i figli Francesco e Manuela hanno raggiunto vette inesplorate per degli atleti bellunesi. Entrambi, infatti, sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nella massima serie.

E il loro destino si è incrociato con quello di “Pablito”: «Sono passati molti anni - afferma “Lela”, che con Carolina Morace formava una coppia spumeggiante - però i ricordi rimangono indelebili. L’intera squadra vicentina alloggiava nell’albergo dei nostri genitori. E vi lascio immaginare quanti aneddoti conservo». Uno, in particolare, è legato alle colazioni: «Rossi era appena tornato dai Mondiali del 1978, in Argentina. Stanco e dimagrito. Per questo, dovevamo contribuire a tirarlo su fisicamente. Ogni mattina, gli preparavo il classico “sbattutino”. Ma a Paolo proprio non piaceva: così, quasi sempre, ero costretta a berlo io».

BISTECCHE MONDIALI
Pure Francesco custodisce innumerevoli storie: «A Rossi davano da mangiare le bistecche più sostanziose perché era un po’ debilitato. Mio padre Eliseo, invece, era in Spagna quando l’Italia ha trionfato ai Mondiali. E ha festeggiato la storica vittoria nell’albergo degli azzurri: insieme all’amico Bruno Conti, mio compagno al Genoa. E ovviamente a Paolo». Inutile girarci troppo attorno, era un altro calcio: «Più genuino - prosegue Manuela - e alla portata di tutti. Al nostro albergo arrivavano pullman carichi di tifosi. E Rossi si concedeva a ognuno di loro. Una persona squisita».


IL CONFRONTO IN COPPA ITALIA
“Checco” ha poi affrontato “Pablito” da avversario: 29 agosto 1982, gara di Coppa Italia. Il Genoa di Boito riceve al “Ferraris” la Juventus di Platini e dei campioni del mondo: Zoff, Tardini, Scirea, Tardelli. E ovviamente lui: Paolo. Che segnerà una doppietta, contribuendo al successo bianconero per 4-3.

«Mi sembra ancora di sentire la curva genoana - racconta Francesco -. I tifosi hanno applaudito Dino Zoff per 5 minuti. Ininterrottamente». Ieri mattina, una volta appresa la terribile notizia, Boito ha voluto riprendere in mano un vecchio articolo: «Era di un quotidiano di Reggio Emilia e Rossi parlava di me in toni lusinghieri». E allora, vale la pena ripescarlo, quel servizio: «Visto che avevo ragione io? Boito - sono le parole che emergono dal pezzo - ha temperamento e sotto rete è opportunista come pochi. Ho visto in televisione il gol che ha realizzato contro il Catania: non è stato un caso. Quelli sono i suoi gol».


LE EMOZIONI DI “PEDRO”
Anche Roberto Padrin, storico capitano del BellunoPonte (fino alla promozione in C2 del 2003) e ora presidente della Provincia, ha voluto ricordare il Pallone d’Oro 1982 con un’immagine d’annata: «In questa foto scattata da mio papà, Paolo Rossi calcia a botta sicura, ma Vezio D’Incà para. Avevo otto anni, facevo il raccattapalle e ammiravo quell’attaccante simbolo del Vicenza in ritiro al “Trieste” dall’indimenticabile Eliseo Boito. Se n’è andato il giocatore che ci ha regalato una delle più grandi emozioni della storia del calcio italiano: il Mondiale di Spagna ‘82. Grazie Pablito, riposa in pace».

Ultimo aggiornamento: 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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