BELLUNO - All'età di 88 anni si è spento il patron della Pandolfo Alluminio, Gianfranco Pandolfo.
Il ritratto
Gianfranco Pandolfo, nato a Venezia l'11 maggio del 1936 (anche se il padre era un farmacista siciliano), ha vissuto tutta la sua vita a Padova. Il patron della Pandolfo Alluminio Spa, fondata nel 1969, aveva scelto proprio Belluno come territorio nel quale costruire due stabilimenti, uno nell'ex comune di Lentiai ora Borgo Valbelluna e uno nella zona industriale di Villapaiera nel comune di Feltre, grazie ai finanziamenti messi a disposizione dopo la tragedia del Vajont, mantenendo però la sede direzionale dell'azienda, leader nel settore dell'estrusione e nella progettazione di profili in allumino, nella città del Santo dove viveva insieme all'amata moglie Carla. Pandolfo ha cercato negli anni di guidare l'azienda con l'obiettivo di rinnovarla e farla rimanere sempre ai vertici del settore. Ed ecco che circa dieci anni fa assume la decisione strategica di far diventare l'azienda autonoma nell'approvvigionamento per quanto possibile dell'alluminio e di dare vita contemporaneamente a una delle fonderie più moderne d'Europa, trovando in quel di Maniago la sede ideale per accogliere questa importante struttura, con una capacità produttiva di 60 mila tonnellate annue, in grado di trasformare 40 mila tonnellate di rottame e cascame, su una superficie di 100 mila metri quadri.
La morte
Come un fulmine a ciel sereno, ieri pomeriggio è giunta la notizia della morte di Gianfranco Pandolfo, avvenuta all'Ospedale Sant'Antonio - Osa di Padova, a seguito di breve malattia. La notizia della dipartita ha lasciato sgomenti i dipendenti, circa 500, e tutti coloro che nel corso degli anni hanno potuto confrontarsi con un uomo caparbio, coraggioso e capace di affrontare sfide e crisi di un comparto, come quello dell'alluminio, in anni difficili per l'industria pesante. In questi oltre 50 anni la Pandolfo Alluminio Spa, è stata guidata dal ragioniere fino a qualche giorno fa, visto che gli uffici di Padova erano, si può decisamente dire, la sua seconda casa, tanto amava il lavoro e quello che era riuscito a costruire. Se ne va una persona schietta, onesta, con la voglia di far crescere l'azienda e che, nonostante l'età, era ancora piena di energia e voglia di credere in un futuro sempre più luminoso per la sua impresa. Gianfranco Pandolfo infatti voleva collocare un domani la sua impresa anche in Borsa. L'auspicio è che chi raccoglierà il suo testimone possa portare a compimento le sue volontà, dando un futuro solido all'impresa ed a tutte le maestranze che vi lavorano.
L'ultimo saluto
L'ultimo saluto a Gianfranco Pandolfo verrà dato domani, giovedì, alle ore 15.30 nel Duomo di Padova. Sarà quella l'occasione, per parenti ed amici, di stringersi alla moglie Carla, il figlio Vincenzo con Daniela e agli adorati nipoti Vittorio ed Alessandro.