Cavo "abusivo" per i funamboli: "Pericolo per i velivoli di soccorso"

Martedì 3 Novembre 2020 di Marco Dibona
La foto pubblicata dal Soccorso Alpino del Veneto che denuncia la presenza del cavo

CORTINA D’AMPEZZO - Una slackline tesa dalla cima della Punta Fiames alla roccia più vicina ha messo in allarme i piloti e gli operatori dell’elisoccorso del Suem 118 e delle altre istituzioni analoghe, che operano sulle Dolomiti. La fettuccia di tessuto è stata avvistata sull’aguzzo pinnacolo, che si stacca nella balaustrata di roccia che chiude la conca d’Ampezzo, a nord, fra Pezovico, Pezories, Punta Fiames e Pomagagnon. 
«L’abbiamo saputo, ne abbiamo avuto comunicazione, da più fonti, sia da componenti del soccorso alpino, sia dagli elicotteristi di Elifriulia, che hanno volato lì vicino, per cui ora possiamo usare la massima attenzione», dice il dottor Giulio Trillò, direttore del Suem. 
OSTACOLI PER I VELIVOLI
«Il vero problema è che non esiste una normativa che regolamenti questi ostacoli al volo. Non c’è e non hanno intenzione di farla. Negli anni non è cambiato niente: dobbiamo continuare a basarci sugli avvistamenti e sulle conseguenti comunicazioni di chi frequenta la montagna, soprattutto di chi vola in montagna. Avvisarci di questi ostacoli è fondamentale». Una slackline è una fettuccia di tessuto, sottile ma molto resistente, tesa fra due capi, sulla quale camminare in equilibrio. La versione più spettacolare di questa disciplina consiste nel tendere la linea fra picchi rocciosi, anche a considerevole altezza dal suolo, con la sensazione del vuoto accentuata dalla conformazione del terreno, dalla presenza di gole o dirupi, a ridosso delle montagne. La sicurezza di chi la pratica è assicurata dalle protezioni, uno o più moschettoni, agganciati alla fettuccia, e una corda che trattiene il funanbolo, in caso di caduta nel vuoto. Una zona in cui è praticata da diversi cultori è l’area di Misurina, del Monte Piana. 
AREA RISCHIOSA
Il problema per l’elisoccorso è che quasi sempre non vengono segnalati questi veri e propri ostacoli al volo, in grado di far precipitare un velivolo che dovesse urtarli. Questa della Punta Fiames è una posizione ancora più rischiosa, perché è sulla verticale del vicino eliporto, proprio sopra la piazzola utilizzata quasi giornalmente dai velivoli. La cima si raggiunge arrampicando in parete o salendo una via ferrata, entrambe molto frequentate, quasi tutto l’anno.
Il tema è particolarmente sentito dopo la strage di Falco, l’elicottero del Suem caduto il 22 agosto 2009 nel Ru de ra Graes, alle pendici del Cristallo, dopo aver urtato la linea elettrica a media tensione che alimenta gli impianti a fune della zona. La morte dei quattro uomini a bordo è una ferita che non si è mai rimarginata. Gli ostacoli non segnalati sono prevalentemente cavi elettrici o teleferiche. I fili sono difficili da vedere, per chi è in volo. Talora ci sono segnali colorati, appesi soprattutto sulle linee ad alta tensione, sui piloni più grandi. Ma ci sono anche teleferiche temporanee, per cantieri o lavori forestali, posizionate e poi rimosse, senza segnalazione, oppure lasciate lì. La norma non impone di segnalarle: è però necessario che chi le utilizza le segnali comunque, al di là degli obblighi di legge. Un avviso alla centrale Suem o al soccorso alpino può evitare incidenti dall’esito nefasto. 
 

Ultimo aggiornamento: 08:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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