Si allarga il focolaio dei Balcani, 50 positivi: malattia sottovalutata, contatti difficili da tracciare

Venerdì 27 Agosto 2021 di Davide Piol
Si allarga il focolaio dei Balcani, 50 positivi: malattia sottovalutata, contatti difficili da tracciare

BELLUNO - Non si arresta il focolaio dell’Est. A distanza di un giorno il numero di persone coinvolte è lievitato, passando da 35 a 50, quasi tutti non vaccinati. E questo ha spinto il dato sugli attualmente positivi oltre quota 200. Il bollettino della Regione, ieri mattina, ne segnava 204, di cui 24 nuovi casi. La curva è tornata a crescere, anche a Belluno. 

IL FOCOLAIO SI ALLARGA
I rientri degli ultimi giorni, principalmente da paesi dell’Est Europa, hanno giocato un ruolo fondamentale e ora l’attenzione è massima. Alle 16 di ieri pomeriggio il focolaio era composto da 38 persone rientrate dalla Macedonia, 7 dal Kossovo, 5 dall’Albania. Il numero di positivi, legati al focolaio dell’Est, è destinato a crescere. Si attende per oggi, infatti, l’esito dei tamponi effettuati a familiari e amici dei soggetti coinvolti. 

LE CAUSE
Secondo l’Ulss Dolomiti sono almeno quattro le ragioni che spiegano questa consistente ripresa della casistica: rientro in Italia da paesi caratterizzati da un’importante fase epidemica; ampia consistenza di nuclei familiari e amicali con contatti interpersonali frequenti; bassi tassi di copertura vaccinale completa; difficoltà nelle attività di contact-tracing. «Buona parte dei positivi – spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione Sandro Cinquetti – non è vaccinata o ha ricevuto una sola dose. Ma notiamo anche un po’ di sottovalutazione della malattia nei contatti interpersonali. Quello che per noi è un contatto stretto (ossia un colloquio di 15 minuti senza mascherina, una stretta di mano o un abbraccio) per altri non lo è e queste sono le conseguenze». Si può prevenire la nascita di un focolaio in due modi: o tramite comportamenti responsabili o con la vaccinazione che tuttavia, nell’ultimo periodo, ha subito un forte rallentamento (non solo a Belluno). 

LA CAMPAGNA
Cinquetti confida che la percentuale dei bellunesi coperti dal vaccino sale di 0,1-0,2 punti al giorno. È costante ma non basta. «In questo momento – continua il direttore del Dipartimento di Prevenzione – stiamo recuperando personale, a causa delle sedute alleggerite, in modo da raggiungere i singoli comuni. Siamo passati dai furbetti della vaccinazione, alla fase dell’assalto, a questa con ampi spazi disponibili. È tipica delle campagne vaccinali di un certo tipo ma dobbiamo chiudere questa fase rapidamente». Si partirà con mini squadre d’assalto, casa per casa, per aiutare coloro che non possono raggiungere i drive-in e convincere gli indecisi. A livello nazionale il limite è stato fissato al 30 settembre. Entro quella data quasi tutti gli italiani dovrebbero aver ricevuto almeno una dose. Ieri mattina, a Belluno, il dato dei non vaccinati era al 23,8% del totale. «Con l’ulteriore stretta del green pass – dice Cinquetti – si punta all’85-90% della copertura. Fino a qualche giorno fa bastava l’80% e noi contiamo di raggiungerlo in una, massimo due settimane. L’obiettivo del 90%, invece, è estremamente impegnativo e potrebbe richiedere l’obbligo vaccinale». Ma per questo servirebbe una legge dello stato ad hoc (come quella che riguarda i sanitari). 

NO VAX
Diverso il discorso sul personale sanitario che ha rifiutato il vaccino anti-covid.

Due giorni fa le sospensioni erano 12, di cui 2 medici, 5 infermieri, 4 operatori socio-sanitari e 1 tecnico sanitario di radiologia. Oggi potrebbero salire a 16. «Sono in fase di istruttoria 3-4 pratiche – confida Cinquetti – Quindi a breve partiranno altrettante sospensioni ma il numero di non vaccinati si è abbassato di molto ed è ormai contenuto. Coloro che avevano una gravidanza, ad esempio, si sono vaccinate tutte». 

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Ultimo aggiornamento: 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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