Disperso nel fiume: vertice per deviare il corso dell'acqua

Mercoledì 19 Agosto 2020 di Olivia Bonetti
Il torrente Fanes nel quale venerdì è caduto un turista romano di 38 anni, poi sparito
CORTINA D’AMPEZZO - Un comitato tecnico inizierà oggi a studiare la modalità per il blocco delle acque del torrente Fanes, dove venerdì scorso è scivolato senza più riemergere, il turista 38enne romano, Alfonso Maria Lostia. Da quel giorno i soccorritori, vigili del fuoco, soccorso alpino, Sagf della Finanza, hanno lavorato per trovare l’uomo disperso nel vortice della pozza, sotto la cascata di Fanes. Ma senza risultato. Le uniche tracce del turista riemerse dalle acque (il primo giorno) sono una scarpa ed un gilet. Vista la potenza dell’acqua, il rischio per i soccorritori è altissimo e quindi ieri nel vertice che si è tenuto in Prefettura è stato deciso di proseguire con la deviazione e la limitazione della portata dell’acqua sul bacino.
IL VERTICE
Al tavolo a palazzo dei Rettori a Belluno, coordinato dal viceprefetto vicario Carlo De Rogatis, c’erano il referente dei vigili del fuoco, il delegato provinciale del Cnsas, Alex Barattin, i carabinieri forestali del Parco dove ricadono le cascate, polizia e carabinieri. È stato deciso che si inizierà da un sopralluogo, che ci sarà già oggi, e una valutazione tecnica sull’eventuale spostamento o comunque una modalità per cercare di limitare la portata dell’acqua sul bacino. Parliamo di 3-4 metri cubi di acqua che cadono ogni secondo dalla cascata di Fanes da un’altezza di 50 metri. Una potenza che si ferma nella pozza dove è praticamente impossibile lavorare in sicurezza, per i soccorritori. 
IL SOPRALLUOGO
Il sopralluogo sarà fatto da vigili del fuoco, Cnsas, carabinieri forestali e Genio Civile. «La valutazione si farà sul posto - spiega il capo del Soccorso alpino, Alex Barattin - in base alla portata dell’acqua si deciderà il tipo di intervento che tecnicamente è possibile fare». Ieri al tavolo si è valutato se intervenire a monte o a valle del punto della cascata. Molto remota la possibilità di lavorare a monte: creare una vasca, vuol dire creare ulteriori problemi di possibili esondazioni. Con ogni probabilità quindi si opererà a valle, con interventi che agiscono in modo importante sulla parte finale del torrente. Nella giornata in cui si agirà sarà anche necessario, per motivi di sicurezza, chiudere le cascate, che in questi giorni attirano migliaia di visitatori.
LE RICERCHE
Anche ieri sono continuati gli accertamenti dei soccorritori nella zona di Fanes con il monitoraggio della pozza e i controlli sulle reti posizionate sull’acqua. È stata fatta anche un’ulteriore video ispezione, ma l’acqua è talmente turbolenta, che vedere qualcosa è impossibile: è tutto bianco.
Ultimo aggiornamento: 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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