Villaggio ex Eni di Borca, l'imprenditore Cualbu rilancia

Venerdì 30 Giugno 2023 di Marco Dibona
L'albergo all'interno del comprensorio dell'ex villaggio Eni di Borca

CORTINA - Il villaggio olimpico di Cortina, per i Giochi invernali 2026, non si farà a Borca di Cadore. Eppure il vecchio centro vacanze Eni di Corte sarebbe stato ideale, una volta rimesso a nuovo, con un investimento di una cinquantina di milioni di euro, garantiti dalle Olimpiadi. Ne è certo Gualtiero Cualbu, l’imprenditore sardo, titolare del gruppo al quale fa capo Minoter, che una ventina di anni fa rilevò l’ex villaggio Eni di Corte, creato da Enrico Mattei, con i progetti dell’architetto Edoardo Gellner. 


TEMPO SCADUTO
«Ormai è troppo tardi, non c’è più tempo – dice Cualbu, in collegamento dalla Sardegna – perché le date delle Olimpiadi non si possono spostare. Il villaggio olimpico lo faranno a Fiames, la scelta è stata presa, ma devono fare in fretta. Lì non ci sono infrastrutture adeguate. Si sono persi quattro anni, dall’assegnazione dei Giochi, nel giugno 2019. Il tempo corre, mancano meno di mille giorni. Voglio vedere come lo faranno e quanto costerà: poco tempo a disposizione significa costi più alti». Sul travagliato destino del villaggio olimpico, Cualbu aggiunge: «Ringrazio la Provincia di Belluno e il Comune di Borca, che hanno sempre sostenuto l’ipotesi di portarlo a Corte. Anche Confindustria Belluno Dolomiti si è espressa a favore. Noi siamo lì ormai da tanti anni, abbiamo speso, investito, mantenuto le strutture più grandi: la ex colonia; il campeggio; l’hotel Boite, che abbiamo ripreso noi in gestione diretta. A questo punto andiamo avanti: stiamo cercando di prepararci anche noi per i Giochi. Mi dispiace invece constatare che non c’è attività per realizzare le infrastrutture necessarie alle Olimpiadi, si vede poco, in giro».

L’auspicio è che quella sede possa accogliere altre componenti della complessa organizzazione olimpica: era stato prospettato anche l’alloggio dei giornalisti, con la creazione del centro stampa. «Noi vogliamo tenere viva l’attenzione per questo luogo, lo motiva la nostra passione per la storia del secondo dopoguerra italiano, quando arrivò qui Enrico Mattei e si avvalse degli architetti Edoardo Gellner e Carlo Scarpa, per creare questo unicum, che non ha eguali nelle Dolomiti». 


I FONDI
Per trasformare quegli edifici nel villaggio olimpico di Cortina sarebbero stati necessari investimenti cospicui, una cinquantina di milioni. Soldi pubblici, da usare su strutture private, ma con vincoli di destinazione: «Ci sarebbe stato un importante lascito per il territorio, con infrastrutture di interesse pubblico, ad esempio edilizia convenzionata, alloggi per i lavoratori, che non possono permettersi di affittare una casa a Cortina», aggiunge Cualbu. Ora sta cercando un accordo con Cassa depositi e prestiti, per ammodernare le sue proprietà, con l’auspicio che possano essere utilizzate, in qualche modo, anche per i Giochi. Affronta anche la questione nodale della frana che incombe dall’Antelao: «Vorrei smontare questa tesi. Qui non ci sono rischi idrogeologici. C’è questo vincolo, ma dovrà essere attenuato, dopo le opere di mitigazione realizzate dalla Provincia. Le casette sono state vendute praticamente tutte, ne abbiamo tenute noi alcune. Ora si può ampliare: c’è un progetto preliminare, firmato dall’architetto Gellner, poco prima di morire. Non ci sono problemi di Sovrintendenza. Avevamo interloquito con la cabina di regia per le Olimpiadi, ci siamo proposti subito. Ora, sicuri che il villaggio olimpico non si farà a Borca, vogliamo comunque ristrutturare i nostri edifici, per i Giochi. Entro pochi mesi chiederemo al Comune di intervenire sulle strutture esistenti; potenziare l’area sportiva; riprendere la gestione dell’area benessere; vogliamo il recupero definitivo della ex colonia; riabilitare il campeggio; prestare attenzione per la chiesa monumentale, che non vada in degrado. Ma servono altre infrastrutture: a Borca non c’è ancora la fibra». 

Ultimo aggiornamento: 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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