«È diffamazione, i nostri autovelox sono regolari»: i sindaci querelano l'associazione Altvelox

Sabato 25 Novembre 2023 di Eleonora Scarton
L'autovelox di Arsiè in un'immagine diffusa dall'associazione Altvelox

​QUERO VAS - I sindaci pronti a dare battaglia all’associazione Altvelox”, agenzia nazionale specializzata nei ricorsi su autovelox, che ha sede a Belluno in via Del Boscon e che rientra nella rete dell’associazione Miglior Tutela. Un sodalizio che da qualche tempo è sceso in campo contro gli impianti di rilevamento della velocità, facendosi paladina di coloro che vengono pizzicati ad una velocità superiore al previsto per quel tratto di strada. «Oltre a disinformare e penalizzare i cittadini in quanto il tribunale ha ribaltato tutte le sentenze del giudice di pace facendo quindi pagare agli automobilisti multa e spese, stanno diffamando nei social gli Enti locali. Dobbiamo tutelare la nostra immagine», affermano i primi cittadini del Feltrino. E proprio per questo sono partite alcune querele contro l’associazione.

LE TAPPE

Va premesso che proprio nel Feltrino, in particolare ad Arsiè e Quero Vas, sono installati gli autovelox che si piazzano ai primi posti in provincia per incassi da multe. Nei giorni scorsi l’associazione Altvelox ha pubblicato l’esito della sentenza del giudice di pace di Belluno che dava ragione ad un automobilista che aveva fatto ricorso contro una sanzione scattata dopo la “foto” dell’autovelox posto alla galleria di Vas, nel comune di QueroVas. Secondo la sentenza del giudice mancava la documentazione e l’apparecchio sarebbe illegale. Una situazione che il comune di QueroVas non può accettare tant’è che gli uffici hanno ricostruito la vicenda, spiegando che «il Comune di Quero Vas, nel dotarsi degli strumenti di rilevamento della velocità, si è sempre mosso nel rispetto di tutte le normative in materia».

LE REGOLE

Il Comune mette in chiaro: «Gli strumenti utilizzati risultano da sempre già provvisti di tutte le autorizzazioni e certificazioni italiane ed europee necessarie, testati ed approvati con regolari procedure ministeriali; al momento dell’installazione in loco, segue il rispetto da parte del Comune di tutto l’iter procedimentale, anche in aderenza a quanto previsto nel Decreto della Prefettura di Belluno 928/2016, che individua le strade della provincia in cui risulta consentita la collocazione degli strumenti di rilevamento della velocità funzionanti in maniera automatica». L’iter infatti non è dei più semplice; per installare un velox serve un vero e proprio progetto a cui viene allegata anche la documentazione di “nulla osta” da parte di Veneto Strade.

«FALSITÀ»

Gli uffici ribattono poi puntualmente ad alcune affermazioni che non corrispondono al vero. «Non corrisponde affatto al vero che il Comune di Quero Vas abbia dismesso lo strumento rilevatore sulla strada SR 348 in seguito ad una “intimazione” e ad un “intervento alla Procura della Repubblica” da parte dell’associazione Altvelox – spiegano dal Municipio -; la notizia è totalmente falsa e fuorviante, volutamente intesa a creare un danno di immagine al Comune, attribuendosi l’associazione dei meriti di controllo della legalità (non violata) che non esistono affatto. Lo strumento in questione, infatti, è stato dismesso per la scadenza del contratto di noleggio e perché sono in corso alcune valutazioni». E sull’altro autovelox: «Recentemente, l’associazione si è scagliata anche contro l’altro strumento utilizzato dal Comune sulla strada SP 1 Bis Madonna del Piave, affermandone l’illegalità sulla scorta di una ultima (ed unica) sentenza del giudice di pace di Belluno, che avrebbe dichiarato la strada come priva dei requisiti necessari alla collocazione di uno strumento autovelox; cosa non vera dato che il Decreto della Prefettura di Belluno 928/2016 individuava la strada SP 1 Bis come idonea. Trattasi quindi di una sola sentenza di primo grado, non definitiva, che il Comune si riserva comunque di impugnare».

LA TUTELA

La situazione secondo il comune di QueroVas e altri enti locali, sta degenerando in quanto «le affermazioni dell’associazione si sono spesso spinte anche al limite della diffamazione e della calunnia, accusando in taluni casi i Comuni (non solo quello di Quero Vas) di aver addirittura manipolato le foto relative alle infrazioni commesse dagli automobilisti, sovrascrivendo i numeri di targa dei veicoli nei casi di rilevamento notturno della velocità». Non corrisponderebbe al vero, secondo il comune di Quero, il fatto che l’autovelox di Scalon sia poco visibile e segnalato e che l’Ente spenda in parcelle legali circa 1000 euro di soldi pubblici per impugnare una multa da 100 euro. «Vero al contrario che il Tribunale di Belluno, che sinora ha sempre confermato la regolarità e la legittimità degli strumenti rilevatori utilizzati dal comune, ha recentemente iniziato anche a condannare gli automobilisti multati, alle spese processuali sia del primo che del secondo grado a favore proprio del Comune» aggiunge il comune di Quero. Proprio per queste affermazioni alcuni comuni del territorio che sono finiti sotto la lente di questa associazione hanno deciso di presentare una querela «per tutelare l’immagine degli enti che operano nella legalità da quest’associazione che sta diffamando e calunniando» affermano dal Municipio di QueroVas

Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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