«Io, cassaintegrata di Acc: considerata nullità, invisibile a 56 anni»

Mercoledì 15 Marzo 2023 di Federica Fant
Michela Solagna, 56 anni senza lavoro dopo la chiusura di Acc
BORGO VALBELLUNA - Non si arrende all’inoperosità forzata Michela Solagna, 56 anni, che inserisce se stessa «tra gli invisibili del mondo del lavoro». La delicata fase lavorativa che sta vivendo mette a dura prova la sua natura ostinata, il suo carattere forte.
«È veramente triste lavorare una vita per trovarsi quasi a sessant’anni senza niente. Ho iniziato a sedici anni, poi sono passata nel 1994 alla Zanussi, che poi è diventata Wambao, Acc. Nel settembre 2018 mi hanno lasciato a casa, perché non avevo più figli a carico, per poi essere reinserita nel giugno 2020. Ora la nuova procedura. Da un anno, sono in cassa integrazione». E non ci sono spiragli? 
«Ho cercato lavoro altrove, visto che non sono nemmeno stata inserita nella lista della Sest di Limana. I lavoratori della mia età non hanno speranza, non siamo giovani, non siamo ancora anziani. Abbiamo maturato esperienza, ma nessuno ci impiega». 
Al Centro per l’impiego e alla Cgil la conoscono bene. E tutti sono stupiti che non riesce a trovare un posto...
«Telefono alle agenzie, continuo ad inviare curricula, mi propongo dove so che cercano. Quando trovo persone gentili ottengo anche una risposta, spesso invece mi lasciano solo con le parole: “Le faremo sapere”, illudendomi magari. Ma poi chi li sente più? Si rendono conto che davanti hanno una persona?». Qual è l’amarezza maggiore? «La mia rabbia è vedere che si è considerati come una nullità, non si vale niente. Le aziende ti fanno i colloqui, poi non rispondono nemmeno». 
Come è la situazione a casa? «Vivo con mio figlio che lavora. Abbiamo usato il superbonus 110, ma non ci è stata fatta la cessione del credito. Non posso vivere sulle spalle di mio figlio e mia figlia…». 
Quanti anni alla pensione? 
«Bisognerebbe rifare il calcolo perché con le vicende dell’Acc siamo rimasti tanto a casa. Penso sui 6 anni, comunque, ma dipende dalla Cassa integrazione e si matura ben poco». 
Vorrebbe fare un appello? 
«Un giorno sì è un giorno no si sente che le imprese ed aziende bellunesi hanno bisogno di forza lavoro qualificata. Mi verrebbe quindi da chiedere a Confindustria come mai siamo ancora molti a non avere un lavoro. Le persone che sono prossime ai 60 anni, che sanno lavorare perché lo hanno fatto per anni, come mai si trovano nelle mie condizioni? Sono tanti come me. Le promesse che aveva fatto la Regione, con l’assessore Elena Donazzan con Veneto lavoro dove sono finite?». 
Come se non bastasse le sono sorte problematiche di natura fisica, collegate alle ore trascorse in fabbrica, ma non così invalidanti. 
«Sono compresa tra i soggetti annoverati nella legge 68 del 1999, quelli per cui le aziende private con almeno 15 dipendenti sarebbero obbligate ad assumere iscritti nell’elenco provinciale dei disabili o in quello delle categorie protette, in misura variabile a seconda del numero degli occupati: da 15 a 35 dipendenti: obbligo di assumere 1 soggetto disabile. Non ho una malattia professionale, l’Inps mi ha riconosciuto però un’invalidità, non quella che si percepisce con la pensione. Un problema che si è aggiunto recentemente. Eppure continuo ad andare a colloqui, a portare il mio curriculum e a cercare un impiego, sono molto delusa e amareggiata».
 
Ultimo aggiornamento: 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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