GUERRA

Guerra, Zelensky: missili russi su palazzo a Pokrovsk, ci sono vittime. Arrestata spia che collaborava per uccidere presidente ucraino

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Lunedì 7 Agosto 2023

Attacco a Pokrovsk: 5 morti e 18 feriti

«Cinque morti e almeno 18 feriti».

Lo scrive su Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak, dando un nuovo bilancio dell'attacco russo che questa sera ha colpito un edificio residenziale a Pokrovsk nella regione di Donetsk.

Zelensky, missili russi su palazzo a Pokrovsk: vittime

Il presidente ucraino denuncia due attacchi missilistici russi contro un «normale edificio residenziale» a Pokrovsk, nella regione del Donetsk, e afferma che «ci sono vittime». «La città di Pokrovsk, nel Donetsk. Il Donbass, da cui la Russia sta cercando di lasciare solo pietre rotte e bruciate. Due attacchi missilistici. È stato colpito un normale edificio residenziale. Purtroppo ci sono vittime - denuncia il presidente ucraino sui social - Sul posto ci sono i soccorritori e tutti i servizi necessari. Proseguono le operazioni di soccorso». «Dobbiamo fermare il terrore russo. Chiunque combatta per la libertà dell' Ucraina salva vite - aggiunge Zelensky - Chiunque nel mondo aiuta l' Ucraina sconfiggerà i terroristi con noi. La Russia dovrà risponderà per tutto quello che ha fatto in questa guerra terribile».

Arrestata spia russa: preparava attacco a Zelensky durante visita a Mykolaiv

Il servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu) ha annunciato di aver arrestato un informatore russo che stava prendendo parte all'organizzazione di un attacco aereo russo nella regione di Mykolaiv durante la visita del presidente Volodymyr Zelensky. Lo riporta l'Ukrainska Pravda. «Il servizio di sicurezza ha arrestato un informatore dei servizi speciali russi, che, alla vigilia del recente viaggio del presidente nella regione di Mykolaiv, stava raccogliendo informazioni sulla visita programmata», ha dichiarato il servizio di sicurezza, spiegando che l'informatore ha cercato di scoprire l'ora e i luoghi del percorso del Capo dello Stato nella regione«. L'Sbu ha riferito che l'indagine riguarda anche altri incarichi ricevuti dai russi.

 

Bombe su Kherson nella notte, morta una donna

L'esercito russo ha bombardato Kherson (in Ucraina meridionale) per tutta la notte, una donna di 59 anni è morta per un colpo d'artiglieria che ha colpito la sua casa, ci sono feriti, tra cui alcuni soccorritori che stavano spegnendo un incendio scoppiato dopo le esplosioni. Lo riferiscono le autorità ucraine citate dai media. Il capo dell'ufficio presidenziale Andry Yermak ha postato una foto che mostra le fiamme dopo l'attacco russo. «Una notte dura per Kherson. L'esercito russo ha continuato a coprire di fuoco le case dei residenti di Kherson nella parte centrale della città», ha scritto su Telegram il capo del distretto militare regionale Alexander Prokudin. La polizia regionale ha riferito che le truppe russe intorno all'una di notte hanno colpito un edificio residenziale. Mezz'ora dopo, i bombardamenti sono ripresi. Alle tre del mattino un nuovo attacco.

Erdogan proporrà a Putin cessate il fuoco

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durante i previsti colloqui con Vladimir Putin che si dovrebbero tenere a breve, intende proporre la ripresa dei colloqui di pace sull'Ucraina per raggiungere un cessate il fuoco anticipato: lo ha detto all'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti una fonte dell'amministrazione di Ankara. «Erdogan offrirà la sua mediazione ribadendo la tesi che non ci saranno vincitori nella guerra e vinti nel processo di pace», ha detto la fonte, definendo il presidente turco «l'unico leader mondiale» che gode della «sincera fiducia» di Putin e Zelensky.

Bombardata nella notte la regione di Dnipropetrovsk

I russi hanno bombardato nella notte due distretti della regione di Dnipropetrovsk, secondo quanto riportano i media locali citando le autorità dell'oblast ucraino. Il capo dell'amministrazione militare regionale Serhii Lysak ha scritto su Telegram che «questa notte un missile nemico ha colpito la regione: l'esplosione è risuonata nel distretto di Synelnyky» ed è scoppiato un incendio che è stato spento dai servizi di emergenza. Non sono state segnalate vittime. In mattinata l'esercito russo ha bombardato anche la comunità di Myrivska nel distretto di Nikopol, impiegando artiglieria pesante.

Ex parlamentare ucraino ucciso sul fronte

L'ex parlamentare ucraino Serhiy Slabenko è stato ucciso in combattimento sul fronte di Zaporizhzhia, ha annunciato il governo di Kiev citato dai media locali. Slabenko ha prestato servizio nella Verkhovna Rada dal 2002 al 2006. Durante il suo mandato ha presieduto il sottocomitato per i tribunali, i procedimenti giudiziari e la riforma giudiziaria del comitato per la politica legale. Dal 2006 al 2009 ha lavorato come vicepresidente della camera di attestazione della commissione disciplinare e di qualificazione degli avvocati di Volinia e dal 2015 al 2020 è stato deputato del consiglio regionale dello stesso oblast. Slabenko è stato ucciso in azione nel settore di Zaporizhzhia il 4 agosto. Avrebbe compiuto 58 anni tra 20 giorni. Il suo corpo sarà riportato a casa oggi. L'ex parlamentare lascia la moglie e due figli e la figlia. La Verkhovna Rada ha espresso le proprie condoglianze alla sua famiglia.

«Non c'è alcun presupposto per la pace, l'operazione militare proseguirà nel prossimo futuro». Le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov all'indomani del vertice di Gedda fotografano forse il passo avanti più concreto che, nell'ottica ucraina, poteva rappresentare il summit sulla pace convocato dall'Arabia Saudita: aumentare ulteriormente l'isolamento diplomatico della Russia. Mosca, infatti, non ha fatto nulla per nascondere la sua irritazione al termine di un appuntamento che ha riunito una quarantina di Paesi - inclusi quelli che con la Russia hanno tuttora rapporti diplomatici e commerciali, - per parlare di un negoziato che ponga fine al conflitto sulla base della formula proposta da Volodymyr Zelensky. A Gedda non erano previste dichiarazioni congiunte. È stata riunione lontana dai riflettori, che ha fatto seguito a quella di fine giugno a Copenaghen.

E, rispetto al suo predecessore, il summit saudita sembra aver registrato dei progressi sostanziali. Nel Paese scandinavo, infatti, erano di fatto presenti le delegazioni di governi membri della Nato. In Arabia Saudita la platea è stata ben più estesa, allargandosi a Giordania, Qatar, Bahrein, India, Kuwait, Egitto, Sudafrica, Brasile, Argentina e Cile. E, soprattutto, alla Cina. Tutti insieme allo stesso tavolo, con il G7, l'Ue e gran parte dei Paesi del Vecchio continente. «Pechino non vuole mancare a qualsiasi iniziativa credibile per la pace che sia guidata da Paesi che non siano occidentali», ha osservato Yun Sun, del think tank americano Stimson Center, citato dalla Reuters, cercando di interpretare la mossa del Dragone. L'inviato cinese, il rappresentante speciale per gli Affari euroasiatici Li Hui, da fonti presenti alla riunione è stato descritto come piuttosto attivo. E ha dato il suo placet a un terzo incontro allo stesso livello. E se è vero che non c'è stata nessuna intesa scritta a Gedda, è anche vero che, al summit, c'è stato un accordo sostanziale su un dato: qualsiasi negoziato di pace non può prescindere dall'integrità territoriale ucraina e dal primato del diritto internazionale e della Carta dell'Onu. «A Gedda c'è stato un passo avanti verso l'attuazione pratica delle iniziative di pace proposte dall'Ucraina. Sono emerse opinioni diverse ma abbiamo avuto una conversazione estremamente aperta e produttiva»; ha sottolineato l'inviato di Kiev Andriy Yermak. A Mosca non l'hanno presa affatto bene. Alle parole del Cremlino si sono affiancate quelle di Sergey Ryabkov. «Ci sarà un rilevante scambio di opinioni tra noi e i Paesi Brics che hanno partecipato sui risultati di Gedda», è stata la stoccata del membro del vice ministro degli Esteri russo. E ancora oltre, come è solito fare dall'inizio del conflitto, è andato il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. «I negoziati non sono ancora necessari, il nemico deve strisciare in ginocchio, implorando pietà», ha tuonato il falco del Cremlino. Parole che, alla coalizione pro-Kiev, potrebbero attestare quanto osservato dagli Usa: «I colloqui di Gedda sono stati buoni e costruttivi», ha spiegato un alto funzionario della Casa Bianca ringraziando l'Arabia Saudita. La prossima tappa della via diplomatica per il negoziato sarà a settembre a New York, all'Assemblea generale dell'Onu. Un appuntamento al quale Kiev vuole arrivare con il maggior numero di alleati possibile.

Ultimo aggiornamento: 22:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA