Chi c'è dietro Hamas: dal riciclaggio alle criptovalute, dal contrabbando agli enti di beneficenza contraffatti. Cosa sappiamo

Non solo Iran e Qatar. Dietro all'attacco dei terroristi c'è una rete complessa e articolata come canali umanitari islamici che operano in Occidente e raccolgono denaro per i gruppi controllati dai miliziani

Lunedì 23 Ottobre 2023
Chi c'è dietro Hamas: dal riciclaggio alle criptovalute, dal contrabbando agli enti di beneficenza contraffatti. Cosa sappiamo

Chi c'è dietro Hamas? Il gruppo militante, designato come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, ha fondi a sufficienza per finanziare la sua battaglia contro Israele, che riceve quasi 4 miliardi di dollari in aiuti militari, ogni anno, dagli americani. La complessa rete di investimenti aziendali, i falsi enti di beneficenza, le transazioni crittografiche e il supporto internazionale rendono difficile determinare oggi il valore esatto di Hamas anche se la maggior parte degli esperti stima che l’organizzazione militante possa contare su un budget di centinaia di milioni. «Hamas ha due ali» ha spiegato al sito di informazione “Insider” Victor Asal, direttore del Center for Policy Research e professore di Scienze politiche presso l’Università di Albany, State University di New York. «Ha un'ala dei servizi sociali e un'ala militare, e l'ala dei servizi sociali è stata molto attiva nel cercare di raccogliere fondi, ma quei soldi vanno sicuramente all'esercito».

Come arrivano i soldi: gli enti di beneficenza

La maggior parte dei finanziamenti ad Hamas arriva in Medio Oriente tramite canali umanitari. «In parte si tratterebbe di denaro che arriva dai palestinesi espatriati in Europa e Nordamerica e da donatori privati residenti nel Golfo Persico» spiega Insider. Poi ci sono gli enti di beneficenza islamici operanti in Occidente che raccolgono denaro poi indirizzato verso gruppi che, apparentemente, offrono servizi sociali ma che in realtà sono controllati da Hamas.

Gli aiuti statali, o di organizzazioni internazionali, come l’Unione Europea, vengono spesso intercettati dai terroristi. «Nel 2018 - si legge su Insider - i 50 milioni di dollari stanziati dal Canada alla Ong World Vision per finanziare progetti umanitari nella Striscia di Gaza, sono stati trasferiti dal responsabile del programma di aiuti in territorio palestinese, Mohammed Halabi, direttamente nelle casse di Hamas. Anche l’ente di beneficenza Islamic Relief Worldwide è considerato da Israele uno dei principali finanziatori di Hamas». Una storia quella degli enti di beneficenza a sostegno dei terroristi che parte da lontano. «Nel 2003 - ricorda Insider - il Tesoro degli Stati Uniti ha designato cinque diversi enti di beneficenza con sede nel Regno Unito, Svizzera, Austria, Libano e Francia come organizzazioni terroristiche per il loro sostegno ad Hamas. Nel 2009, il Dipartimento di Giustizia ha condannato i leader della Holy Land Foundation for Relief and Development con sede negli Stati Uniti per aver fornito sostegno finanziario al gruppo militante». Solo dopo la repressione internazionale nei confronti degli enti di beneficenza affiliati ad Hamas, negli ultimi anni il gruppo ha fatto meno affidamento su questo metodo di raccolta fondi. «Tuttavia rimane una consistente fonte di reddito per il gruppo militante» hanno spiegato sempre a Insider due esperti. 

Il ruolo di Iran e Qatar

È difficile stimare con esattezza chi ci sia dietri i finanziamenti del gruppo terrorista e quanto riceva. Sicuramente Hamas può contare sull’appoggio di Iran e Qatar a cui si aggiungono altri Stati islamici. L’Iran aiuterebbe, armerebbe e finanzierebbe Hamas per espandere la propria influenza e destabilizzare i processi di pace nella regione. Nel 2020, il Dipartimento di Stato americano ha stimato che Teheran aveva trasferito ad Hamas e alla Jihad islamica palestinese più di 100 milioni di dollari all’anno. Doha invece si è sempre presentata al mondo come mediatore del conflitto in Medio Oriente e anche attualmente ha un ruolo attivo nei negoziati per il rilascio degli ostaggi. Ma la posizione resta ambigua: dal 2012 ospita il leader di Hamas Khaled Meshaal e negli ultimi anni ha offerto rifugio ad altri diversi importanti membri della leadership. Nel 2012 il Qatar si impegnò a devolvere almeno 400 milioni di dollari, oggi diventati quasi 1 miliardo, per aiuti e lavori di ricostruzione nella Striscia di Gaza. Oltre a Iran e Qatar, Hamas riceverebbe sostegno economico e armi dall’Arabia Saudita, dall’Egitto, dai Paesi del Golfo, dal Sudan, dall’Algeria e dalla Tunisia.

Hamas tra riciclaggio e criptovalute

Azione come quella messa a segno da Hamas sabato 7 ottobre contro Israele richiede non solo mesi e mesi di preparativi ma anche tanti soldi. Un dispendio di risorse incredibile. L'organizzazione è stata sanzionata come terroristica dagli Stati Uniti e da Paesi come la Gran Bretagna e per evitare l’aumento delle restrizioni internazionali, farebbe uso di criptovalute, carte di credito o accordi commerciali artificiosi. «Il gruppo è stato ed è uno degli utilizzatori di criptovalute di maggior successo per il finanziamento del terrorismo» dice il cofondatore della società di ricerca blockchain Elliptic, Tom Robinson. «Per spostare tutto il suo denaro» ha spiegato a Insider Matthew Levitt, ex analista dell’intelligence antiterrorismo presso il Federal Bureau of Investigation, «Hamas si affida in gran parte alle transazioni di criptovaluta e al riciclaggio di denaro basato sul commercio per evitare di essere facilmente rintracciato. Quindi, invece di inviare a qualcuno 100 dollari, gli mandi un valore di 100 dollari in grano, zucchero o riso. E poiché grano, zucchero e riso devono entrare nella Striscia di Gaza, ciò non fa sollevare lo stesso tipo di sopracciglia», ha detto Levitt. «Ma se li invii a Hamas, il che è facile da fare perché è l'entità governativa, allora possono usarlo per liberare altri fondi. Possono usarlo per donare ai loro elettori e creare sostegno dalla base, oppure possono vendilo e usa quel denaro come meglio crede». Dopo la dichiarazione di guerra di Israele a Hamas, gli Stati Uniti hanno promesso 100 milioni di dollari in aiuti umanitari ai palestinesi, che secondo il Wall Street Journal potrebbero finire nelle mani di Hamas a causa del suo controllo sulla Striscia di Gaza. «Il denaro è fungibile» ha spiegato Alex Zerden, ex alto funzionario della sicurezza nazionale del Tesoro americano. «Questo permette anche ad Hamas di sottrarre denaro al suo popolo per sostenere la sua micidiale macchina da guerra».

Ultimo aggiornamento: 14:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA