Nessuna sorpresa, il duello al secondo turno è lo stesso del 2017.
Macron bacia e abbraccia la moglie Brigitte dopo i risultati del primo turno delle presidenziali
Il sottofondo però è rimasto: una destra troppo vicina a Putin ha favorito Marcon e forse anche per questo, rispetto alle previsioni dei sondaggi, il distacco è stato più consistente del previsto. Il presidente francese - uomo di centro e leader di La Republique en marche - ha così raccolto quattro punti in più del 2017, quando toccò il 24 per cento al primo turno. Paradossalmente, però, anche Marine Le Pen è cresciuta, visto che cinque anni fa si era attestata al 21,3 per cento, aiutata secondo alcuni commentatori, da un altro paradosso: la presenza di Zemmour, rispetto al quale è apparsa meno estremista e più moderata, rassicurando una parte dell’elettorato. Sono crollati i Repubblicani, visto che Valerie Precresse ha preso poco meno del 5 per cento dei voti. Per non parlare dei socialisti, ormai spariti, in quella che Liberation definisce una «déroute historique», una sconfitta storica: Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, è precipitata sotto il 2 per cento, perfino meno di Dupont-Aignan (Debout la France, 2,1 per cento, ha invitato a votare la Le Pen), del candidato comunista Fabien Roussel (2,3), di Jean Lassalle (Resistons, al 3,1) e dell’ecologista Yannik Jadot (4,7).
Cosa succederà ora? Il 24 aprile si voterà per il ballottaggio e Macron parte da una posizione di vantaggio non solo per i 4,6 punti che lo dividono da Marine Le Pen. Quest’ultima in linea teorica, dovrebbe fare il pieno dei voti di Zemmour, che ieri sera ha inviato apertamente i suoi elettori a votare la candidata di destra al secondo turno citando un suo cavallo di battaglia, l’immigrazione. Ma per il presidente uscente c’è un potenziale maggiore, anche se il risultato del secondo turno è tutt’altro che scritto: secondo un sondaggio di Ipsos per France Televisions al secondo turno Macron raccoglie il 54 per cento delle intenzione di voto, l’avversaria il 46. Melenchon ha rilasciato una dichiarazione pesante: «Non bisogna dare un solo voto a Marine Le Pen». Ma anche Yannik Jadot («chiedo di bloccare l’estrema destra») e Valerie Precresse («in coscienza va impedita l’ascesa della Le Pen»), che sommati valgono più del 9 per cento, si sono sbilanciati a favore di Macron. Ieri in Francia l’astensione si è attestata al 26 per cento, bisogna tornare a vent’anni fa per trovare un dato più alto. La flessione dei votanti rilevante a Parigi.