Bimbo morto nel pozzo, accuse al sindaco: «Ha permesso lavori illegali come quello»

Mercoledì 13 Febbraio 2019 di Enrico Chillè
Bimbo morto nel pozzo, accuse al sindaco: «Ha permesso lavori illegali come quello»

È passato ormai un mese da quel maledetto 13 gennaio, quando il piccolo Julen Rosellò, di due anni, è caduto in un pozzo, illegale e non segnalato ufficialmente, trovando la morte due settimane prima che i soccorritori potessero raggiungere e recuperare il suo corpicino. Una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso, e fatto commuovere, non solo la Spagna, ma tutto il mondo, e che ora avrà inevitabili conseguenze penali e politiche. Le accuse che vengono lanciate al sindaco di Totalàn, il socialista Miguel Ángel Escaño, sono durissime.



A lanciarle con forza sono gli esponenti locali della formazione di sinistra Izquierda Unida: «La tragedia di Julen poteva accadere in qualsiasi delle costruzioni illegali, come edifici e pozzi, realizzati negli ultimi anni con la complicità del sindaco a fini elettorali. Nella migliore delle ipotesi, da parte del Comune c'è stata passività di fronte alla speculazione edilizia che Totalàn ha vissuto. Non siamo solo noi, ma tutti i cittadini a chiedere le dimissioni del sindaco, per la sua nefasta e vergognosa gestione durante i suoi tre mandati consecutivi, diventata surrale dopo il 13 gennaio». Lo riporta 20minutos.es.

I consiglieri comunali di Izquierda Unida hanno annunciato di voler istituire una commissione d'inchiesta per determinare le responsabilità del sindaco nella tragedia di Julen. Intanto, nella cittadina sta montando la rabbia contro il sindaco, accusato anche per quanto accaduto nella gestione dei soccorsi, e contro il parroco, don Ramòn Tejero (figlio del generale Antonio Tejero, autore del tentato golpe del 23 febbraio 1981). I due, infatti, durante i drammatici giorni successivi al 13 gennaio scorso, avevano criticato le operazioni di soccorso, sostenendo che i ritardi e i contrattempi dovuti all'irregolarità del sottosuolo potevano essere evitati tramite un'analisi preventiva. In quel momento, però, i soccorritori avevano come unico obiettivo quello di iniziare subito le operazioni di scavo per salvare Julen.

«Non solo è responsabile di quanto accaduto, ma ha anche cercato, con le sue solite manie di protagonismo, di mettersi in luce criticando la professionalità di chi ha tentato, in tutti i modi, di salvare quel bambino» - accusa ancora Izquierda Unida - «Il sindaco, nella sua propaganda, si vanta sempre di aver incrementato la popolazione di Totalàn di un 18% in più dal 2011 a oggi. Quell'incremento, però, è un'anomalia, dovuta alla promessa elettorale di consentire lavori illegali e clandestini in cambio di voti, e questo spiega gli improvvisi cambi di residenza, appena prima delle elezioni, da parte di persone che non sono originarie di Totalàn».

Oltre alle durissime accuse mosse a Miguel Ángel Escaño, Izquierda Unida lancia anche l'allarme per il resto del territorio: «Non possiamo sapere quanto sia alto il rischio che una tragedia come quella di Julen possa ripetersi, ma sappiamo che è concreto.

Il Ministero dell'Ambiente ha confermato che è molto difficile fare una mappatura di pozzi clandestini e illegali, ma che i tecnici comunali e le autorità istituzionali possono denunciare la loro esistenza». Intanto, anche la maggior parte dei cittadini ha lanciato accuse contro il sindaco: «La finestra del suo ufficio si trova proprio vicino la collina dove si trova il pozzo in cui è caduto Julen, potrebbe non aver visto i lavori, ma è impossibile che, nel silenzio del nostro paesino, non si accorgesse dei rumori provenienti dal cantiere».

Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA