L'incredibile storia di alpinismo al femminile, Alessandra Boarelli nell'800 sfiorò il Monviso

Venerdì 6 Dicembre 2019 di Stefano Ardito
L'incredibile storia di alpinismo al femminile, Alessandra Boarelli nell'800 sfiorò il Monviso

Oggi, nel mondo della montagna, le donne sono dappertutto. Camminano sui sentieri, arrampicano su pareti di roccia, sciano in pista e fuori. Un secolo e mezzo fa le cose erano molto diverse. Nelle rare foto sulle cime delle alpi, e in quelle scattate in fondovalle, si vedono soltanto uomini, cittadini o valligiani, con baffi a manubrio, favoriti e lunghe barbe in bella vista.

Nives, la signora che ha raggiunto tutti i 14 "ottomila" dell'Himalaya:«Ecco dove trovo la mia forza»

La decisione di fondare il Club Alpino Italiano, il 12 agosto del 1863, è stata presa sulla cima del Monviso, 3841 metri. Erano presenti lo statista Quintino Sella, i fratelli cuneesi Giacinto e Paolo di St. Robert e il deputato calabrese Giovanni Barracco, che avrebbe lasciato ai romani un importante museo.

Sei un tipo avventuroso? Ecco dieci viaggi che fanno per te

Le cose sarebbero potute andare in maniera diversa. Una settimana prima di Sella e compagni, stava per arrivare sulla cima Alessandra Boarelli, una giovane signora piemontese, che rinunciò per il malessere di una guida. Con lei in cima, forse, il Club Alpino avrebbe avuto una pennellata rosa.



A raccontare questa storia è Linda Cottino, giornalista e scrittrice torinese, nel suo Nina devi tornare al Viso (Fusta Editore, 168 pagine, 15,90 euro). Un libro che racconta la protagonista e la sua vita, dal dolore per la morte prematura dei genitori fino al matrimonio a diciott’anni, e alla gioia per la nascita dei tre figli.
La vita quotidiana di Alessandra, che risiede a Verzuolo, è scandita da lettere (scritte in francese) alle amiche, dai menu di pranzi e cene, dalle incombenze familiari. Il Monviso, il “Re di pietra”, è sempre lì, sullo sfondo.

Linda Cottino dedica un bel capitolo alle donne che, in quegli anni al maschile, percorrono vette e ghiacciai, sulle Alpi e nel resto del mondo. Non manca il racconto del giorno, nell’estate 1864, in cui Alessandra Boarelli riesce a salire il Monviso.

E’ equipaggiata con “un vestito con gonna morbida, un ampio cappotto foderato di pelliccia, un alpenstock e una boccetta di acqua di colonia”. Ma la prima ascensione italiana c’è già stata, e quella di Alessandra è soltanto una soddisfazione privata. «Il Monviso è la montagna di tutta la mia vita” scrive nel suo diario.
Memorabile anche l’incontro tra la giovane signora Boarelli e un’alpinista inglese che la viene a trovare a casa sua. Dopo aver parlato di rocce e di ghiacci, le offre “una merenda estiva di crema allo zabaione, accompagnata da morbidi savoiardi». Quel dolce, con il Monviso sullo sfondo, è una bella immagine del Piemonte che fu.
 

Ultimo aggiornamento: 12:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA