Vandali al liceo, giusto punire (e far pagare) chi rompe ma le responsabilità individuali vanno dimostrate

Venerdì 16 Febbraio 2024

Caro direttore,
a seguito delle tremende notizie che anche in questi giorni ci preoccupano moltissimo, penso siano passati nel silenzio i gravi fatti che sono successi al liceo Severi Correnti di Milano. Una stima momentanea, a seguito dell'occupazione degli studenti per protestare in favore del popolo palestinese, parla di 70mila euro di danni materiali e di circa 5 giorni di chiusura della scuola per riparare i danni. La protesta è il sale di una comunità perché garantisce un arricchimento nella possibile soluzione di una problematica, passare però alla distruzione di beni comuni è tutta un'altra cosa. A caldo la preside dell'istituto ha dichiarato di essere amareggiata ed arrabbiata ma ha anche detto che non si deve fare la caccia alle streghe. Lei cosa ne pensa di quanto dichiarato dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, a seguito della ispezione all'istituto, e dell'assordante silenzio delle forze di opposizione? Lei non pensa che anche la magistratura dovrebbe intervenire per il danno erariale arrecato e per interruzione di pubblico servizio?


R. T.
Padova


Caro lettore,
il principio "chi rompe paga" dovrebbe valere per tutti e in ogni situazione.

A maggior ragione quando i danni riguardano beni pubblici e quando gli autori delle bravate sono studenti che a scuola dovrebbero anche essere educati e formati come cittadini del futuro. Quindi non posso che essere d'accordo con ciò che ha detto il ministro Valditara. Ma confesso di avere anche alcune perplessità. Temo innanzitutto che quello enunciato dal ministro sia un principio di non semplice applicazione: giusto punire chi spacca ma le responsabilità sono individuali e vanno dimostrate. E non mi sembra affatto facile nel caso di una scuola occupata dove edifici e strutture sono lasciate nelle mani di gruppi di studenti senza alcuna forma di controllo e di vigilanza. Il rischio è di creare gran polveroni che sul piano giudiziario e sanzionatorio si concludano poi nel nulla, trasformando magari i sospettati autori dei danni in vittime del sistema e di qualche presunta caccia alle streghe come quella, non a caso, evocata dalla preside del liceo milanese. Inoltre mi faccio una domanda: ma sono gli studenti gli unici responsabili di ciò che avviene durante alcune occupazioni? O non c'è anche una qualche forma di corresponsabilità da parte di chi consente a questi gruppi di forsennati di fare ciò che vogliono senza alcuna forma di controllo? Sarò anche ingenuo, ma la preside che si è detta amareggiata è arrabbiata per quel che era successo, dov'era quando la sua scuola veniva semi-distrutta? E cosa è stato fatto, da lei o da altri, per evitare che ciò accadesse? Forse anche queste sono domande che il ministro dovrebbe porsi è a cui dare una risposta.

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