Il dubbio-Tunisia: perché fornire aiuti a un Paese che non rispetta i diritti umani e fomenta l'odio razziale

Mercoledì 29 Marzo 2023

Caro direttore,
l'Inghilterra non vuole i migranti provenienti dalla Francia che a sua volta non vuole i migranti provenienti dall'Italia che a sua volta non vuole i migranti provenienti dalla Tunisia che a sua volta non vuole i migranti provenienti dal sud dell'Africa. Praticamente ogni paese non vuole i migranti degli altri ma è disposto a mandare agli altri i propri. In psicologia si chiamerebbe incapacità di mettersi nei panni del prossimo e si verifica quando qualcuno fa ad un altro quello che non vorrebbe fosse fatto a lui. Episodi simili li troviamo nella vita di tutti i giorni: il bullo che tormenta le proprie vittime, il marito che picchia la moglie, ecc. Qualcuno la chiama immaturità. Da questo punto di vista possiamo forse dire che tutta l'umanità è immatura? Tutta tutta no, però...


Lino Renzetti


Caro lettore,
non so se sia corretto parlare di immaturità dell'umanità.

Spesso alcuni sentimenti discriminatori e razzisti che si diffondono fra le popolazioni sono piuttosto la conseguenza di mancate scelte politiche o al contrario di scelte di comodo, sbagliate ed aberranti. Cioè dell'incapacità di chi governa di valutare l'impatto negativo e dirompente della mancata gestione di alcuni fenomeni o della scelta di dare una risposta a inquietudini e paure di tante persone colpevolizzando fasce della popolazione. Ciò che sta accadendo in Tunisia è in questo senso eloquente e ci fa capire la complessità dei fenomeni migratori e insieme l'insidia del razzismo. Il paese africano è stato uno dei primi dell'area a dotarsi di norme contro la discriminazione razziale. Tuttavia di fronte alle crescenti difficoltà economiche (testimoniate da un'inflazione al 15 per cento nei generi di largo consumo), il presidente tunisino Kais Saied ha evocato l'esistenza di «un piano criminale per cambiare la composizione demografica della Tunisia sostituendo una popolazione araba e musulmana con una nera», addossando agli immigranti sub sahariani le principali responsabilità per la crescita di violenze, povertà e insicurezza nel suo Paese. Questo ha contribuito a far crescere in Tunisia un atteggiamento assai poco favorevole verso gli "africani" e innescato la fuga di molti di loro. E se alcuni sono tornati nei loro Paesi di provenienza, soprattutto la Costa d'Avorio, molti altri, come stiamo vedendo, hanno fatto la scelta di migrare e si sono imbarcati verso l'Italia. Per fermare o almeno frenare questi flussi crescenti si sta ora valutando di dare sostegni economici alla Tunisia per combattere la crisi economica in cui è sprofondata. Ma si pone un altro tema: è giusto aiutare un Paese che non rispetta i diritti umani e che alimenta l'odio nei confronti dei suoi immigrati per indurli a migrare in un altro Paese? Sono dubbi non facili da sciogliere.

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