Il diritto di sciopero non si discute, ma 5 giorni di blocco della scuola sono una vergogna

Venerdì 15 Ottobre 2021

Egregio direttore,
alcuni sindacati scuola hanno proclamato 5 giorni continuativi di scioperi nelle scuole; noi genitori non riusciamo più a gestire le entrate e le uscite, ore 12.00 o 16.00, mensa o non mensa, ogni settimana uno scioperetto (spesso non lo fa nessuno, ma salta il servizio mensa). Possibile che in questo grave disservizio nessuno veda una interruzione del Pubblico servizio? Quando andavo a scuola io il preside precettava un numero di personale Ata tale da garantire l'entrata degli alunni, se poi qualche insegnante faceva sciopero c'erano i supplenti. Oggi i genitori, i nonni devono portare i figli alle ore 8.00 e non sanno se entreranno in classe e all'istante devono provvedere a rimediare con il lavoro, con i permessi ecc.


Renato Coin


Caro lettore,
il diritto di sciopero è materia molto delicata, su cui si sono versati fiumi di inchiostro.

Non è questa la sede in cui aprire un dibattito giuridico o discutere in punta di diritto su tale materia. Ma questo non ci impedisce di dire che, in linea generale, i diritti di bambini e ragazzi, ma anche di genitori e nonni, non hanno un valore inferiore a quello degli insegnanti e del personale scolastico. Vanno anch'essi tutelati. Anche il diritto all'istruzione è un valore costituzionale (articolo 34) e se viene costantemente messo in discussione da agitazioni indette da sigle e siglette sindacali, talvolta ben poco rappresentative dei lavoratori della scuola, allora c'è qualcosa che non va e che non può passare sotto silenzio ed essere ignorato dai responsabili politici e governativi. L'esercizio di un diritto va difeso, ma non può calpestare e cancellare altri diritti. Se poi, dal piano dei principi generali scendiamo all'attualità dei nostri giorni, dobbiamo solo dire una cosa: un sindacato che, dopo quasi due anni di didattica a distanza e di difficoltà enormi, indice non uno ma 5 giorni di sciopero continuativi dovrebbe solo vergognarsi. Questo non è far sindacato. Questo è un ricatto sulla pelle delle famiglie e degli studenti.

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