Schlein, Salvini o Conte: sulla vita privata dei leader politici il metro di giudizio deve essere lo stesso

Giovedì 4 Maggio 2023

Egregio direttore,
faccio riferimento alla sua risposta al sig. R.T. di Padova di qualche giorno fa in cui, sintetizzo, lei affermava in riferimento alla segretaria del PD che i politici vanno giudicati per ciò che fanno nell'ambito dei loro compiti e non per come vestono o per le loro scelte economiche ed esistenziali. Ora, ammesso e non concesso, che un politico in quanto personaggio pubblico non possa essere giudicato anche per le scelte, più o meno inopportune, su come si comporta mi chiedo, ma allora ci spiegate le ore di dibattito, le infinite discussioni, le puerili derisioni e le volgari censure all'indirizzo del segretario della Lega, per il quale non ho comunque particolari affinità, in vacanza a Milano Marittima e ai suoi aperitivi al Papete? Forse parliamo sempre della solita strisciante sudditanza psicologica alle ragioni della sinistra e alla censura mirata a seconda della appartenenza politica del personaggio di turno?

Claudio Granziera
Susegana (TV)


Caro lettore,
chi fa politica e assume un ruolo di rilievo in un partito o in un governo è una figura pubblica fortemente esposta ed è quindi naturale che ogni sua scelta, anche nell'ambito della sfera privata, sia oggetto di attenzioni e di possibili critiche.

Ma la invito a trovare una sola riga scritta su questo giornale in cui si criticasse o ironizzasse sulle vacanze di Matteo Salvini a Milano Marittima. Su questo tema, per quel che ci riguarda, valgono per tutti gli stessi principi e gli stessi criteri di valutazione: un leader politico è certamente tenuto ad avere anche comportamenti privati adeguati al suo ruolo, ma il giudizio, positivo o negativo che sia, sul suo valore e le sue qualità derivano da qualcosa di più importante delle sue scelte di abbigliamento o di vacanza. Vale per Salvini come per Elly Schlein o per Giuseppe Conte di cui la scorsa estate fece molto discutere la vacanza ferragostana a Cortina in un hotel a 5 stelle. Dalla sudditanza psicologia di cui lei parla ci si dimostra liberi se si applicano a tutti gli stessi criteri di giudizio e non lo si fa in base alla propria appartenenza o simpatia politica. Non ho dubbio alcuno che se fosse stata Giorgia Meloni a rivelare candidamente che pagava alcune centinaia di euro l'ora una personal shopper per sceglierle e comprarle trench, gonne e pantaloni, alcuni giornali e tv avrebbero scatenato un pandemonio mediatico ben superiore a quello che è accaduto per la segretaria del Pd. Qualcuno avrebbe chiesto forse anche le dimissioni del premier e al concertone del Primo Maggio non sarebbe mancata qualche invettiva da parte dell'"artista" militante di turno. Ma noi pensiamo con la nostra testa e siamo responsabili di ciò che scriviamo, non di ciò che scrivono o affermano altri.

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