Il reddito di cittadinanza non solo non ha creato lavoro ma si è rivelato anche un'enorme mangiatoia (elettorale)

Sabato 16 Dicembre 2023

Caro direttore,
leggo dalle pagine del nostro Gazzettino delle percezioni truffa del reddito di cittadinanza nel Vicentino, ma penso che il fenomeno trovi riscontro un po' in ogni dove. Le recenti cronache trattano di condanne e risarcimenti per omicidi e ferite per casi di legittima difesa, per rapine e quanto altro, il che mi fa venire il dubbio: chi risarcirà e pagherà per le truffe del reddito di cittadinanza? Non è il caso di ricercare a fondo tanto chi lo ha percepito non avendone i requisiti, quanto chi non ha avuto la diligenza dei controlli e chi ha ottenuto consenso elettorale, perché è ipotizzabile il voto di scambio? Il timore è che tutto ricada sulla testa del cittadino onesto ovvero pantalone. Cosa ne pensa?

Celeste Balcon
Belluno


Caro lettore,
il reddito di cittadinanza si è rivelato non solo uno strumento scarsamente o per nulla efficace rispetto ai "nobili" obiettivi, lotta alla povertà e creazione di nuovi posti di lavoro, per i quali si disse fosse nato.

Sì è anche trasformato in una mangiatoia (elettorale) in cui in molti, ad ogni latitudine ma soprattutto in alcune regioni, hanno trovato il modo di cibarsi, impossessandosi illegalmente di denaro pubblico, senza averne alcun diritto e sottraendo risorse a chi invece ne aveva davvero bisogno. Il caso che abbiamo raccontato ieri, di alcune persone che nel Vicentino incassavano il sussidio nonostante fossero stata prima in carcere e poi agli arresti domiciliari per i reati di rapina e ricettazione, è assai eloquente della facilità con cui si potevano aggirare le norme e incassare abusivamente un reddito di diverse centinaia di euro al mese senza troppi problemi. Del resto il percorso fissato dalla legge per ottenere il reddito sembrava (o forse era) fatto apposta per ingolosire e agevolare i malintenzionati: l'erogazione del denaro avveniva infatti attraverso una semplice auto-dichiarazione. I controlli erano solo successivi, non preventivi. Il richiedente compilava il modulo e se i requisiti sulla carta erano quelli richiesti, partiva l'erogazione del sussidio. Facile no? Peccato che in molti si dimenticassero (si fa per dire...) di indicare il fatto che, per esempio, non risiedevano stabilmente in Italia o che percepivano già altri redditi o che non disponevano dei requisiti di onorabilità richiesti (avevano cioè precedenti penali) o che, com'è successo, in alcuni casi, avevano vinto importanti somme alla lotterie o incassato discrete eredità. Per non dire dei molti che un'occupazione in realtà ce l'avevano, ma in nero. In questi e in tantissimi altri modi, milioni di euro di denaro pubblico hanno preso il volo. Spesso in modo definitivo. Perché anche se numerosi dei truffatori sono stati poi scoperti e denunciati dalla Guardia di Finanza, solo in minima parte quei soldi potranno essere recuperati. Una volta incassati e spesi, chi li trova più e riesce a farseli restituire? C'è da chiedersi se chi ha formulato in questo modo la legge sul reddito fosse troppo sprovveduto. O se, al contrario, non lo fosse affatto e avesse ben chiaro cosa sarebbe successo. Ognuno si dia la propria risposta.

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