Breve dialogo sul Mose: le colpe di chi ha gestito il sistema delle tangenti e i silenzi di chi diceva: «Non funzionerà mai»

Martedì 8 Dicembre 2020
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Caro direttore,
solo due parole sul Mose.

Io sono una delle tante persone travolte dallo tsunami del 2013/2014, ma fino a quel momento avevo contribuito a realizzare l'opera perché da tecnico ho sempre creduto nel progetto.

Ora mi domando dove sono finiti o meglio dove si sono nascosti i professoroni che lo hanno sempre criticato facendone una professione.

Ing. Stefano Tomarelli


Caro lettore,
non posso rispondere alla sua osservazione, senza prima sottolineare un altro aspetto della vicenda che la riguarda personalmente. Perchè alla cattiva fama del Mose e a fornire molti argomenti ai detrattori delle dighe mobili hanno fortemente contribuito anche tutti coloro che hanno trasformato questa grande opera in un enorme, vergognoso e criminale saccheggio. E lei lo sa bene visto che rappresentava Condotte nel direttivo del Consorzio Venezia Nuova e, pur patteggiando, lei è stato condannato a due anni di carcere e 700mila euro di risarcimento allo Stato nel processo per le tangenti Mose. Il fatto che le dighe mobili funzionino rende per certi aspetti ancora più gravi le vostre responsabilità. Perchè la vostra gestione oltre a sperperare fiumi di denaro pubblico, ha ritardato di un considerevole numero di anni il completamento dell'opera, lasciando Venezia ostaggio dell'acqua alta. Quanto ai profeti di sventure e ai professionisti del No di cui lei parla: è vero, un considerevole numero di autorevoli personaggi è stato costretto dai fatti ad ammettere che, al contrario di quanto loro avevano sempre anni affermato, il Mose si alza e protegge Venezia dall'acqua alta. Non solo: lo fa anche in condizioni particolarmente critiche, com'è accaduto in questi giorni con un'alta marea prolungata. Certo sul Mose ci sono ancora molte cose da chiarire: i veri costi di funzionamento, le modalità, la convivenza con il Porto, la manutenzione. Però un punto fermo c'è: il Mose funziona e, a quanto pare, anche piuttosto bene. Sarebbe un gesto di onesta intellettuale che qualcuno fra coloro sulla certezza che il Mose mai avrebbe funzionato e sarebbe stato solo un disastro, hanno costruito fortune anche politiche, alzasse la mano e, sommessamente, dicesse: forse mi sbagliavo. Ma dubito che accadrà

Ultimo aggiornamento: 14:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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