​È giusto misurare Renzi
sui fatti, non sulle parole

Sabato 15 Febbraio 2014
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Caro direttore,

non passa giorno che non propongano nell’anteprima serale del Tg1 le facce di Letta e Renzi. Sembrano due galli in un pollaio che si contendono una gallina, in questo caso la poltrona. Matteo Renzi, prima ambiva alla poltrona di segretario del Pd, ora a quella di premier. Come può andare avanti un governo se ci sono sempre queste beghe? Il Paese ha bisogno di novità ma anche di stabilità.



Inutile dibattere su chi è migliore a tirar le redini. Sembra di assistere a quiz televisivi dove i concorrenti sono a caccia di premi e di visibilità televisiva. Non è che Renzi sia antipatico ma ora, secondo me, sta esagerando: è riuscito a sfondare il portone della fortezza del Governo. Riuscirà a mandare in porto le sue proposte e promesse? Neanche lui fa miracoli. Vedremo in futuro, il tempo ce lo dirà.




Giacomo Mella

Pordenone





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Caro lettore,

certamente il tempo, e non ce ne vorrà molto, ci dirà se le capacità di leadership e di governo di Matteo Renzi sono almeno pari alle sue legittime e notevoli ambizioni. Intanto però alcune cose si possono già dire. Due in particolare. La prima: Enrico Letta è una stimabile e corretta persona, ma le sue dimissioni non privano il Paese di un governo che passerà alla storia per dinamismo e capacità di incidere. L'esecutivo guidato dall'ormai ex premier, pur avendo goduto per un lungo periodo di una amplissima maggioranza parlamentare, ha colpevolmente peccato in coraggio e visione. Ha deluso molte aspettative e, soprattutto sui temi economici e fiscali, ha dato troppo spesso l'impressione di galleggiare sui problemi invece che aggredirli per risolverli, come la complessità e la gravità della situazione avrebbero richiesto.



Naturalmente nulla ci garantisce che un eventuale governo Renzi saprà far meglio, ma erano ormai evidenti i forti limiti e l'inadeguatezza della compagine ministeriale in carica. La seconda: la rottamazione di Letta da parte di Renzi non è stato un prodigio di eleganza. Ma ha liberato lo scenario politico di un'ambiguità ormai insostenibile. Se il Pd e il suo nuovo segretario, ossia gli azionisti di maggioranza del governo, non condividono la linea dell'esecutivo guidato da un loro esponente e non considerano neppure all'altezza della situazione numerosi dei ministri-chiave, meglio arrivare subito alla resa dei conti che proseguire in un tormentato stillicidio di contestazioni, critiche e polemiche quasi quotidiane. Non ci possiamo permettere nè i riti nè i tempi della prima Repubblica. Se Renzi ritiene di aver una ricetta più efficace per affrontare i mali del Paese, meglio metterlo immediatamente alla prova. E misurarlo sui fatti, non solo sulle parole.
Ultimo aggiornamento: 15:55

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