Cari studenti liceali della città di Padova,
casualmente mi trovavo in Prato della Valle ieri mattina in una giornata di sole smagliante. Ad un certo punto con musica a tutto volume entra da via Roma un grosso furgone seguito da un corteo di giovani e numerosi cartelli. Penso a una manifestazione sulla scia di Greta. Ma poco dopo dai primi interventi capisco che si tratta invece di una manifestazione di voi studenti padovani delle superiori. Il tema della protesta: l'edilizia scolastica nella nostra città. Si avvicendano al microfono rappresentanti dei vari istituti. La dispersione dei plessi, l'inadeguatezza delle strutture, la salvaguardia degli spazi per la socialità, la richiesta di informazioni e coinvolgimento... Mi sembrano tutte motivazioni giuste e inizio a guardarvi con ammirazione. Tuttavia contemporaneamente realizzo che si fa leva sui toni urlati e sull'uso e la ricerca insistente di termini volgari. Per questo vi scrivo, ragazzi. Il successo delle vostre giuste richieste non sarà riposto nelle urla forsennate o nel numero di parole volgari che riuscirete a inserire nei vostri discorsi. Ma sarà dovuto, e vogliamo che lo sia, alla validità delle vostre argomentazioni, alla competenza dei vostri interventi, all'equilibrio delle vostre relazioni, alla vostra tenacia, nell'assoluto rispetto per essere assolutamente rispettati. Non lasciatevi squalificare dalla volgarità e le giuste ragioni vinceranno.
Diana Curzi
Padova
Cara lettrice,
lei ha ragione, ma il ricorso ad un linguaggio esasperato, eccessivo e non raramente violento e volgare, sembra essere diventata una costante dei nostri tempi.