Stadi aperti e tutti in piazza, ma ospedali chiusi: è disumano non consentire ai famigliari di visitare un paziente

Giovedì 10 Giugno 2021

Buongiorno direttore,
scrivo in qualità di medico ospedaliero e di familiare di paziente oncologico (NO Covid!). Ritengo ad oggi disumano il fatto di non consentire la presenza in reparto ad almeno un familiare (adeguatamente tamponato e controllato) in assistenza a malati operati, in difficoltà fisica ed emotiva. Ferma restando l'alta professionalità e attenzione degli infermieri, credo che affetto e sentimenti non siano appaltabili. Nei mesi scorsi era ovviamente un provvedimento necessario alla tutela della salute di tutti, ma oggi tale situazione contrasta enormemente con l'attuale totale libertà di movimento e frequentazione che fortunatamente si vede all'esterno degli ospedali, nei locali pubblici, negli stadi, nelle piazze e alle feste! Zona bianca e no lockdown... ripartiamo! Ma chiedo di fare una seria riflessione e di valutare la possibilità di consentire anche a un malato grave di avere qualche persona cara vicina. Soli in ospedale è tristissimo e l'umore negativo può significativamente condizionare lo stesso percorso di cura.

Vittorio Fornaseri


Caro lettore,
abbiamo ricevuto altre lettere come la sua. Non chiedete nessun privilegio, nessuna apertura anticipata, reclamate solo il vostro diritto a stare vicini a chi sta male, a dargli un po' di sollievo, a condividere anche il suo dolore. Abbiamo naturalmente grande rispetto per i responsabili della politica sanitaria e delle strutture ospedaliere. Non vogliamo dare lezioni a nessuno, né muovere accuse. Ma ci sembra giusto chiedere che anche la voce dei familiari dei malati gravi venga ascoltata. Per non aggiungere, se possibile, dolore e sofferenza ad altro dolore.

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