L'intolleranza e il doppiopesismo di quelli che a sinistra ritengono "democratico" solo chi la pensa come loro

Martedì 2 Novembre 2021
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Buongiorno direttore,
mi domando, e domando, come si fa ad affermare ad ogni pie' sospinto di essere Democratici più di quelli che non la pensano come loro, anzi di definirsi i democratici per antonomasia; come è possibile definirsi nemici dell'intolleranza e della violenza, come ci si può arrogare il diritto di essere i portatori di bontà e grazia, di amore fraterno verso tutto il creato e poi esprimersi come si sente in questi giorni da parte di chi si sente defraudato di un DDL, che comunque la si pensi, ha bisogno, per diventare legge dello stato, di discussione ed approvazione come previsto dalle nostre istituzioni. Cito solo alcuni degli epiteti che parlamentari, giornalisti, intelligenza varia usano per definire, con bontà democratica e civile, chi non la pensa come loro: vigliacchi-retrogradi-ignobili-orribili-incivili etc etc. Come definireste voi queste manifestazioni se non odio viscerale? Ma non dovrebbero essere quelli che vogliono abolire l'odio per legge?

Diego Parolo


Caro lettore,
è una vecchia storia.

Possiamo chiamarla come vogliamo: ipocrisia, doppiopesismo, autoreferenzialità. Ma la sostanza è una sola: per una parte della nostra classe politica e culturale collocata politicamente a sinistra la realtà ha solo due colori. Il bianco e il nero. E chi sta da una certa parte (che coincide con la loro ovviamente) è dalla parte del bene, chi sta dall'altra è dalla parte del male. E poiché, dal loro punto di vista, non siamo nel campo delle opinioni o dei punti vista, ma delle scelte di civiltà, non esistono sfumature e tutto è concesso ai difensori del bene. Il fine, com'è noto, giustifica sempre i mezzi. Lo si è visto anche nel caso delle reazioni alla bocciatura della legge Zan. Dopo l'affossamento del provvedimento in Parlamento sui banchi del centro destra alcuni senatori di sono lasciati andare a reazioni sguaiate, degne delle curva ultrà particolarmente esagitate di qualche stadio. Giustamente alcuni osservatori hanno stigmatizzato e censurato queste reazioni giudicandone eccessive, volgari, inadeguate al luogo. Ma questi stessi osservatori non hanno poi speso la benché minima parola per prendere le distanze dalle minacce di morte rivolte via social agli avversari della legge Zan né nei confronti degli slogan che sono stati ascoltati nelle manifestazioni che hanno percorso le vie di Roma dopo il voto del Senato. Cortei a cui partecipavano anche alcuni parlamentari e in cui sono riecheggiati trucidi slogan da anni Settanta. Ne cito un paio: Obiettore ti sdraiamo senza far rumore. Uccidere un fascista non è reato. Oltre a una infinita sequela di pesanti insulti contro i due odiati Mattei: Renzi e Salvini. Tutto permesso? Tutto democratico? Tutto politicamente corretto? Avrei qualche dubbio.

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