Cosa rende diverse le Popolari
venete dalla Banca Etruria

Mercoledì 23 Dicembre 2015
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Caro Direttore
pur nella diversità della situazione economico-giuridica delle 4 banche salvate da quella delle due Popolari Venete, non si può non notare una netta differenza fra le reazioni dei risparmiatori coinvolti. Da un lato c'è una sostanziale “chiamata di correo” dello Stato, con conseguenti manifestazioni di piazza e richiesta di risarcimento. In Veneto le proteste ed i mugugni non sono sfociati in una domanda di intervento statale. Ma interessante è anche il differente atteggiamento del Governo. Immediata previsione di un Fondo di solidarietà per “risarcire” i risparmiatori “raggirati” delle 4 Banche; di fatto nessuna reazione, se si escludono quelle del Presidente Zaia a livello regionale, per le banche nordestine. Non è che il soccorso immediato, sia pure parziale, è scattato per Banca Etruria e le altre 3 banche perchè operano nel centro Italia, roccaforte elettorale del Pd? E di converso, le perdite dei risparmiatori del Nordest sono meno laceranti perché avvenute in “terra leghista”?

Umberto Baldo

Abano Terme

Caro lettore,
più di una volta questo e altri governi si sono dimostrati strabici nei confronti del Nordest e del Veneto in particolare. Anche in questo caso più di qualche socio di Veneto Banca o Pop Vicenza si sarà, legittimamente, chiesto la ragione per cui le perdite accusate da un risparmiatore di Arezzo abbiamo così tanta più importanza delle sue per governo e ministri. In realtà si tratta di situazioni abbastanza diverse. Per quanto difficile e pesante sia, lo stato di salute delle due popolari venete non può essere messo sullo stesso piano di quello delle 4 aziende di credito "salvate" dal governo. Banca Etruria e c. erano di fatto aziende fallite e per questo le loro obbligazioni subordinate sono diventate carta straccia. Le due popolari venete hanno dovuto ripulire i bilanci e tagliare drasticamente il valore delle loro azioni perchè troppo sopravalutate rispetto ai valori di mercato, ma sono aziende ancora vitali, che, una volta ricapitalizzate, avranno i numeri per andare in Borsa. Non a caso tanto Veneto Banca che Popolare di Vicenza sono state anch'esse chiamate a dare un non lieve contributo (alcune decine di milioni di euro a testa) per l'operazione "salvabanche". Non solo: mentre le 4 banche salvate dal governo sono "congelate" e senza mercato, le due popolari venete sono prede ambite da grandi gruppi italiani e stranieri e potrebbero esserlo ancora di più dopo la quotazione, con possibili, effetti positivi anche per il valore delle azioni.
Che oggi molti soci delle popolari venete, colpiti dalla tremenda svalutazione dei loro titoli, si sentano raggirati è comprensibile. Ma, per le ragioni che ho cercato di spiegare, sperare in risarcimenti pubblici rischia di rivelarsi una delusione. Meglio confidare su una buona gestione delle due banche e su una ripresa dei loro titoli.

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