Perchè è sbagliato il racconto di un'economia italiana agonizzante e sull'orlo del precipizio

Giovedì 24 Gennaio 2019
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Egregio Direttore
il gioco è piaga sociale. Come la produzione che è in caduta libera. È allarme recessione ma c'è qualcuno che rassicura. A chi credere? Le bugie credibili spesso sono preferibili a una verità poco credibile. E così che funziona il sistema attuale!A tener allegro il sistema convengono scelte allegre, come qualche nomina al vertice, perché la comicità è l'unica via che rende felice il Paese sotto un cielo stellato che ci illumina sia di giorno che di notte. Anche questo è un indice di fiducia che allontana eventuali rischi prodotti dal reddito di cittadinanza, tanto caro alle 5stelle. E quota 100 ha allontanato la Fornero dall'altra sponda, e ha lasciato la capretta Italia nella sponda opposta a divorarsi il cavolo prodotto dagli illustri governanti. Eh, sì, stanno recitando la ben nota storiella che coinvolge il povero uomo nel suo obiettivo di trasportare capra e cavolo all'altra sponda. L'Italia è una barchetta fragile e incapace di produrre effetti positivi sulla crescita e su un Pil allo 0,6% nel prossimo futuro. Agonizzante pure questo come le scelte decise da loro signori. 

Giuliano Paganin
San Pietro in Gu (Pd)

Caro lettore, 
proprio ieri, di ritorno dal forum internazionale di Davos, il principale e più autorevole banchiere italiano, Carlo Messina, numero uno del gruppo Intesa San Paolo, ha descritto l'Italia come «un Paese solido anche nei confronti delle principali economie del mondo». Ed ha aggiunto: «Nel 2019 produrremo meno ricchezza, certo, ma resta la forza delle nostre piccole e medie imprese, che da sole valgono metà delle nostre esportazioni. A questo si aggiunge il risparmio degli italiani, pari a 10 mila miliardi: uno dei più elevati a livello globale». Alla domanda sulla possibile recessione e le sue conseguenze, Messina ha risposta con queste perole: «Se entri in una fase di decelerazione globale, non è possibile non soffrirne gli effetti. Ma ciò non significa che il nostro Paese sia in crisi». 
Sono affermazioni su cui è bene riflettere. Perchè l'Italia forse è, come lei dice, «una barchetta fragile», ma probabilmente non così incapace né così agonizzante. Certamente la politica potrebbe contribuire a renderla più forte e più solida. E magari anche più allegra senza scomodare nessun comico. Ma indulgere nel racconto, pessimista a prescindere, di un Paese sull'orlo del precipizio, agonizzante e condannato al declino, rischia di offrire un quadro falsato della realtà. Che non aiuta a capire. Né a individuare le vie più efficaci per reagire e guardare avanti. 
Ultimo aggiornamento: 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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