Flat tax e altro: lasciamo che il nuovo governo nasca e attui il programma, poi lo giudicheremo

Martedì 22 Maggio 2018
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Gentile direttore, 
Armando Siri, inventore della Flat Tax italiana ed economista della Lega di Salvini, ritiene che la pesante riduzione delle tasse proposta dal suo partito costerà allo Stato circa 50 miliardi di euro. Secondo l'esponente della Lega le coperture più sostanziose sono tre: 1) dalla pace fiscale verranno recuperati 35 miliardi; 2) dal taglio delle spese pubbliche altri 20; 3) attraverso la vendita del patrimonio pubblico immobiliare non strategico ( qui la cifra non c'è). Per ora, di certo, abbiamo soltanto la cifra che il Ministero delle Entrate perderà. Delle coperture, purtroppo, non c'è certezza. C'è solo da sperare che sulla sanità e sulla scuola non ci siano tagli. Che Dio ce la mandi buona, diceva sempre mio nonno quando le cose di mettevano al peggio. 

Franco Vicentini 
Treviso


Caro lettore, 
una manovra fiscale con un così forte impatto sui conti pubblici come la flat tax avrebbe bisogno del supporto di un dettagliato e articolato piano di copertura. Ad oggi, al di là di alcune dichiarazioni sulla stampa, questo piano non c'è. Al massimo ci sono buoni propositi e indicazioni di rotta. Ma è anche vero che la flat tax, secondo quando prevede l'accordo stipulato tra Lega e Movimento 5 Stelle, entrerà in vigore nel 2019, quindi il nascente governo ha il tempo per definire i costi di questa ambiziosa riforma fiscale ed individuare concretamente e con la necessaria puntualità le necessarie coperture di spesa. Naturalmente, comprendo il suo scetticismo. Ma penso anche che questa sia una stagione politica in cui ai pregiudizi vanno anteposti i giudizi. Mi spiego meglio: c'è una nuova classe politica, votata dalla maggioranza degli italiani. Va messa alla prova e poi sulla base dei risultati, ottenuti o mancati, andrà giudicata. E questo vale per la flat tax come per gli altri progetti di riforma. Lei ricorda il Che dio ce la mandi buona di antica memoria. La saggezza popolare è sempre di grande aiuto. Ma occorre anche ricordare che chi è venuto prima degli attuali aspiranti governanti, evidentemente non ha potuto contare nè su troppa benevolenza nè su una particolare ispirazione divina. Altrimenti oggi non dovremmo fare i conti con una tassazione da record e con un enorme debito pubblico.
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