È sbagliato ridurre il dibattito sulla legge Zan a uno scontro tra difensori delle libertà ed omofobi intolleranti

Domenica 31 Ottobre 2021
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Egregio direttore,
sono sbigottito per quanto leggo, relativamente al ddl Zan. Poiché destava così tanto clamore me lo sono letto. Mi sono fatto una diversa idea: quelle polemiche, effettivamente, non hanno fondamento alcuno, salvo pregiudizi fini a sé stessi, che creano un ostacolo psicologico a chi li ha. Consiglio a tutti di leggerlo, al fine di avere un'idea propria in merito. Sono solo dieci articoli. Il decreto contestato, alla fine, intende integrare un articolo del codice penale, il 604 bis. Questo articolo rende perseguibili per legge i comportamenti che propagandano odio, incitano alla discriminazione e alla violenza, per motivi nazionali, etnici, razziali o di religione. A questi motivi, la proposta legislativa aggiunge quelli relativi al sesso, genere, identità di genere, orientamento sessuale e sulla disabilità. Non so, quindi, cosa ci sia che non va, di indegno o di ingiusto. Ho letto l' articolo a firma Luca Ricolfi, sull'argomento, che, parlando delle rivalità politiche che ci sarebbero sulla validità o meno del testo, praticamente, non dice niente. Curiosamente, la lettera di un lettore afferma che «ora si potrà affermare, senza il rischio di finire in galera, che i bambini nascono da un padre e da una madre, che le femmine si identificano nella madre e i maschi nel padre...; cosa c'entra? Desidero tranquillizzare tutti: di certo non si va in galera per esprimere giudizi su argomenti che non si conoscono e dire cose che non si sanno.


Antonio Sinigaglia


Caro lettore,
è del tutto legittimo che lei non ritenga né sbagliata né ingiusta la legge Zan.

Ma dovrebbe essere più cauto prima di affermare che chi non la pensa come lei sia solo vittima di pregiudizi o soffra di problemi psicologici. Perché è proprio questo tipo di atteggiamento, unilaterale, che ha portato al voto in Senato che ha affossato la legge Zan. L'editoriale di Luca Ricolfi cercava di spiegare proprio questo, ricordando che anche molti esponenti del mondo progressista avevano espresso dubbi e riserve sulla legge. Non aver voluto tenerne conto, non aver accettato nessun confronto di merito sui contenuti del provvedimenti e su alcuni dei passaggi più controversi e discussi ha portato alla sconfitta i sostenitori della legge Zan. È stato ed è sbagliato ridurre un dibattito su materie tanto complesse e delicate a uno scontro tra fautori della libertà e del rispetto da un lato ed omofobi e intolleranti dall'altro. Non è così. O almeno non è solo così. Personalmente, ad esempio, sono del tutto favorevole ad una legge contro le discriminazioni sessuali e l'omotransfobia. Non sono però così convinto che, come postula la legge Zan, la strada giusta per sancire la libertà degli orientamenti sessuali di ogni individuo e la sua possibilità di praticare la sessualità come vuole e con chi vuole, nel rispetto delle leggi, si raggiunga trasformando in ideologia di Stato la cosiddetta gender theory, ossia la teoria che le differenze biologiche siano semplicemente una costruzione sociale. E non penso, per questa ragione, di dovermi vergognare o considerare vittima di pregiudizi o di pulsioni illiberali.

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