Egregio direttore,
sono sbigottito per quanto leggo, relativamente al ddl Zan. Poiché destava così tanto clamore me lo sono letto. Mi sono fatto una diversa idea: quelle polemiche, effettivamente, non hanno fondamento alcuno, salvo pregiudizi fini a sé stessi, che creano un ostacolo psicologico a chi li ha. Consiglio a tutti di leggerlo, al fine di avere un'idea propria in merito. Sono solo dieci articoli. Il decreto contestato, alla fine, intende integrare un articolo del codice penale, il 604 bis. Questo articolo rende perseguibili per legge i comportamenti che propagandano odio, incitano alla discriminazione e alla violenza, per motivi nazionali, etnici, razziali o di religione. A questi motivi, la proposta legislativa aggiunge quelli relativi al sesso, genere, identità di genere, orientamento sessuale e sulla disabilità. Non so, quindi, cosa ci sia che non va, di indegno o di ingiusto. Ho letto l' articolo a firma Luca Ricolfi, sull'argomento, che, parlando delle rivalità politiche che ci sarebbero sulla validità o meno del testo, praticamente, non dice niente. Curiosamente, la lettera di un lettore afferma che «ora si potrà affermare, senza il rischio di finire in galera, che i bambini nascono da un padre e da una madre, che le femmine si identificano nella madre e i maschi nel padre...; cosa c'entra? Desidero tranquillizzare tutti: di certo non si va in galera per esprimere giudizi su argomenti che non si conoscono e dire cose che non si sanno.
Antonio Sinigaglia
Caro lettore,
è del tutto legittimo che lei non ritenga né sbagliata né ingiusta la legge Zan.